LIRICA.
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A' detti miei, se ti parran mordaci: Fatto vii per lascivia è il cantor tosco : Già dilatato, il tosco Serpe per ogni penna; e mostrar nude, Prostitute le Muse, oggi è virtude.
Ma il Testi non è quale egli si vorrebbe far credere per questi versi, e più ancora per la famosa ode a Raimondo Monteeuceoli, clic gli proeaceiò 1' estrema rovina. Ha bensì il coraggio d'inneggiare eon liberi sensi a Carlo Emmanuele di Savoia; ma, processato ad istanza del governator di Milano, non si perita di redimersi dal bando e dalla multa eon versi ehe suonano una palinodia; simile anche in questo ad Orazio, ehe, Proteo multiforme, s'accomoda eon una mano il berretto frigio sul capo e mena eon l'altra l'ineensiere al tiranno.
Questi difetti non tolgono però ehe il Testi vinca per fuoco veramente poetico tutti i liriei contemporanei. Nessuno, io eredo, l'ha giudicato eosì bene, eome il Leopardi. In un paragone, ch'egli istituisce tra' quattro liriei principali del seicento, non trova che gli possa stare a petto nè il Filieaia, ne il Guidi, ne lo stesso Chìabrera. u E perchè il Chiabrera, soggiunge, con molti bellissimi pezzi non ha solamente un'ode ehe si possa lodare per ogni parte, anzi in gran parte non vada biasimata, per ciò non dubito di dar la palma al Testi: il quale giudico, ehe se fosse venuto in età meno barbara, e avesse avuto agio di coltivare l'ingegno suo più che non fece, sarebbe stato senza controversia il nostro Orazio, e forse più ealdo e veemente e sublime del latino. » E questo giudizio parve confermare il Leopardi anche col fatto. Dello studio eh' egli feee giovanissimo delle liriche del poeta infeliee, sono documento manifesto i componimenti giovanili. Le prime canzoni, e segnatamente quella all' Italia, abbondano di reminiscenze, per non dire d'immagini, tolte quasi per intero alle rime del Testi.
Nato in Arezzo nel 1626, ed educato in Firenze e a Pisa, ove ottenne la laurea in filosofia e in medicina, Francesco Redi spese buona parte de' suoi anni più belli agli stipendi de' Colonnesi in Roma, ove insegnò la rettorica. Innamorato della storia naturale, profittò di quel soggiorno per consultar biblioteche, gio-vars' della conversazione degli uomini dotti e visitare l'Italia fino oltre Napoli. Le testimonianze d' amicizia e di stima, ricevute nelle sue peregrinazioni, non valsero a fargli scemare l'affetto eh' eg'i sentiva vivo e profondo per la Toscana. Invitato in qualità di arehiatro alla corte de' Granduehi, salutò eon gioia il dì del ritorno. L'onorevole uffizio non gl'impedì per altro di attendere a' suoi studi prediletti, e di contribuire eon la parola e col fatto al bene dell'umanità e degli amici. La sola morte, ehe lo colse improvviso il 1698, potè sospendere in lui il eorso d'una operosità ehe si può dir veramente straordinaria. Naturalista, il Redi purgò la seienza da veeehi errori con osservazioni e, dirò anche, eon iseoperte di non comune valore. Smentì ehe la putredine sia la generatrice de' vermini, e ehe i baeherozzoli, soliti a svilupparsi nelle parti interne delle galle, delle piante, degli animali, traggano la lor vita dall' uovo. Dichiarata con prove manifeste la innocenza del fiele, mostrò per primo ehe il veleno delle vipere è tutt' uno con l'umor giallastro raccolto in fondo alle due guaine d' onde spuntano i denti. Le sue indagini su eerti animaluzzi, viventi fra le scope de' boschi, furono i preludi alle insigni scoperte del Trembley, del Bonnet e dello Spallanzani intorno alle specie di quelli zoofiti ehe costituiscono i primi anelli tra il regno vegetale e il regno animale. Le medesime osservazioni furono recate dal Redi nel campo della medicina. Con l'aiuto dell' esperienza, il valente scienziato disvelò gli erronei sistemi, avvalorati da lungo eorso d'anni e dall'autorità di grand'uomini, semplificò i rimedi, conformandoli alla natura de' mali, fondò una nuova scuola, diffuse e feee accogliere le sue dottrine in tutta l'Europa. Accademico della Crusca, indagò etimologie di parole, dissertò di grammatica e d' arte, collaborò alla compilazione del