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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO SECONDO.
   volo. Il Ccva non inventa , ma accozza piuttosto insieme, e non sempre con accorgimento, reminiscenze d' epici antichi e moderni. I giuochi, introdotti a rallegrare le nozze, il concilio de' demoni, la selva incantata, il Paradiso terrestre e il palazzo ehe reca istoriate nell' aula massima le guerre sante, assomigliato alla villa di Pratolino, non sono, che plagi d'altrettanti luoghi de' poemi di \ :rgilio, dell'Ariosto e del Tasso. Le immagini non hanno nulla di peregrino, nulla di raro; triviali, leggiere e fanciullesche, sconvengono spesso alla solennità dell'argomento. Ohe di più grottesco della Vergine clic medita una burla a' Nazareni , dell'Angelo ehe afferra il Demonio e rompegli un corno a colpi di cetra, e del Bambino Gesù, assomigliato a un cagnolino carezzato e pettinato da una fanciulla e guardato eon invidia da un fiero molosso? Le figure stesse, clic non mancano di certa nobiltà, finiscono col perdere ogni allettativa sotto la mano del poeta clic non si stanca mai di ritoccarle e brunirle. Dell'arte di lasciar indovinar molto al lettore, che è uno de' pregi più grandi de' veri poeti, manca affatto il Puer Jesus. Il Ceva dimentica, oserei dire, la sostanza, per attendere esclusivamente agli accessori. Nel descrivere nn condottici' di camelli che attraversa il deserto , om-ìnctterà, come avverte il Cereseto, di accennare a' costumi e alla natura degli Arabi; ma non lascerà di dire ehe il pover'uomo avea sete, perchè satollatosi poc'anzi di cipolle. Così nella pittura de' tre fanciulli ehe s' impadroniscono d'una nidiata di rosignuoli, si perde puerilmente in minuzie ehe allungano senza costrutto il racconto. E a crescere maggiormente i difetti concorrono gli episodi, o dirò meglio le digressioni che il poeta v'intarsia a fatica e vi descrive con una serie di particolari veramente stucchevoli. Una spiga di frumento clic Gesù fa spuntare miracolosamente da un grappolo d'uva, porge argomento a informare in lungo e in largo della istituzione dell'Eucaristia. Campo a una prolissa dissertazione sulla devozione del Rosario sono le ghirlande delle quali Gesù e i) Battista incoro-nan la Vergine. Dal ritorno di Gesù dal tempio sotto un baldacchino sorretto dagli angeli, è tolta l'occasione di descrivere per filo e per segno la processione del Corpus Domini. Il dramma rappresentato dagli angeli nel Paradiso terrestre non è che un pretesto di discorrere degli spettacoli teatrali , soliti a darsi ne' collegi.
   Quando il Ceva dettava il suo poema, non era sorta ancora l'Arcadia. Pure il fare della scuola s'era già rivelato in parecchi poeti, c soprattutto nelle adunanze letterarie, solite a raccogliersi nelle sale di Cristina di Svezia. E nel Puer Jesus ci s'incontrano assai palesi le traccio. Più che l'insieme del lavoro, bello per larghezza di forme, il Ceva intende a porti sott'occhio un'ampia scena, popolata non di fantasmi, coloriti con un fare risoluto e in guisa da essere veduti anche di lontano, ma di una quantità di figure, di paesaggi, di macchie, di prospettive, di dimensioni microscopiche, da non potersi ravvisare senza l'aiuto, per così dir, della lente. E fosse pure che tu v'incontrassi unicamente l'immagini molle, l'idillio descrittivo, e il fare epigrammatico dell'Arcadia! Mieli non vede che la smania di cogliere gli accessori anche più minuti e più riavvertiti, trascina a precedere la scuola in ciò che v'hadimen naturale, d'affettato, di grottesco e di freddo? Il poeta stesso non-parve dissimularsi questi ed altri difetti, quando, a pararne in certo modo l'accusa, si piacque di denominare eroicomico e non saero il poema.
   Il fine del Puer Jesus non è, come in tanti altri poemi, sottinteso od oceul'o. L'autore dichiara senza reticenze ch'egli s'era proposto d'insinuare per esso u l'amore verso il celeste Bambino e la Vergine, far conoscere la deformità, gli odi e Jd arti de' demoni, e adombrare con varie allegorie le virtù del Cristianesimo ». S è già detto chc la reazione cattolica, suscitatasi dopo il Concilio di Trento, avea condotto se non propriamente all'ipocrisia, certo a un non so ehe d'ostentato e di pettegolo nella professione delle credenze religiose. S'era studiata cioè di nascondere la vita molle e meno conforme alle massime evangeliche sotto l'abbaglio d'una re-