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Storia della Letteratura Italiana
Il Seicento
Bernardo Morsolin
Francesco Vallecchi Milano, 1880, pagine 170

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO SECONDO.
   tolo. Malmantile ò un castello, ora scomparso affatto, allora diroccato e privo d'abitanti, a sette miglia della via chc da Firenze mette a Pisa. Ma il poeta, voglioso di ridere e di far ridere, lo travisa come meglio gli talenta:
   •al
   liisiede Malmantil sovra un paggetto, E chiunque, verso lui volta le ciglia, Dice che i fondatovi ebber concetto Di fabbricar l'ottava maraviglia. L'ampio iiaese poi, ch'egli ha soggetto, Non si sa (vo' giocare) a mille miglia: V'ha Varia buona, azzurra, oltramarina, E non vi manca latte di gallina.
   Malmantilc è residenza di Bertinella , che, ubbriacati di vino alloppiato gli abitanti, lo avea strappato a Cclidora. Quella signoria non dura però incontrastata oltre un anno. Perione, duca d'Ugnano, aveva avuto due figliuoli Amadigi e Floriano. Dal primo era nato Baldonc, dal secondo Cclidora. Baldone, risoluto di rimetter sul trono la cugina, muove con un buon numero di armati dalla Sardegna, ove facca
   Vele spiegare e inalberare antenne,
   sull'Arno. Sbarcato nelle vicinanze del Malmantilc, ò scoperto sul far della sera da un vecchio, che chiama in armi tutto il castello. La gente, destata a quel grido, non s'ò raccolta, si può dire, sulla pubblica piazza, ehe incomincia anche a sbandarsi, impaurita da Martinazza, una maliarda, nativa di Malmant le, ma solita a dimorare in Benevento, venuta anch'essa co' suoi diavoli a difender la patria. Ne sorte più fausta tocca alle schiere di Baldone. Costrette a vegliar tutta la notte, si trovano sul far del giorno divorate dalla fame. Martinazza, raggranellate con le arti sue le genti del castello, imagina una beffa con la quale spera di stornar Baldonc dall'assedio. Delusa nell'intento, per colpa de' ministri che n'eseguiscono a rovescio il mandato, scende nell'Inferno, d'onde esce con la promessa dell'assistenza diabolica. L' esercito di Baldone, ristorato di cibo, dà l'assalto al castello. Bertinella, necessitata a capitolare, scende a patti co' vincitori, gli accoglie dentro le mura, gl'invita a cena, e dà loro una festa da ballo. L' allegria non è ancor nel suo pieno, quando un accidente, suscitato da Martinazza, scompiglia le danze. Ila origine da ciò un parapiglia in cui Baldone fa a pezzi i rivali, costringe Bertinella a uccidersi, e restituisce il trono a Cclidora.
   Il Lippi non ha dato mano al Malmantile con l'intendimento che n'avesse a uscire un poema. Il primo concetto fu quello « di comporre una piccola leggenda in istile burlesco n a sfogo più chc altro del suo capriccio poetico, e a passatempo delle ore di veglia. La tela doveva ordirsi di u certe novelle, che le semplici donnicciuole hanno per uso di raccontare a' ragazzi ;?. Si originò forse da ciò 1' opinione che il Malmantile difetti di unità, e sia, più chc altro, un accozzamento di leggende popolari. A conoscere quanto v'abbia di vero in siffatto giudizio, non occorre che leggere con qualche attenzione l'intero lavoro. Il poema ha un filo continuato, che dal principio non s'interrompe mai sino alla fine. Le novelle, che pur v'abbondano, e furono suggerite dal u Cunto de li Cunti )> un libro di leggende napoletane somministrato al poeta dal Rosa, sono tutte coordinate al concetto principale che ò il riconquisto del Malmantilc. Più che squarci introdotti a capriccio, si posson qualificare siccome episodi collegati all'impresa di Baldone, chc dalla Sardegna muove con l'esercito al castello, lo stringe d'assedio, lo assale, lo vince, ne scaccia 1' usurpatrice, e vi ripone in trono la signora legittima. Del resto il Lippi, che sulle prime aveva avuto in animo di mettere in rma una semplice leggenda, modificò poi, per consiglio degli amici, il concetto primitivo , allargan-