I POLITICI UNITAftlI.
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rando col sentimento degli obblighi civili, la compagine dello stato ne ritraesse raddoppiata saldezza; e nel cap'tolo che segue, messe a riscontro le condizioni dell' Italia moderna con quella dell'antica sotto il rapporto della religione, e' viene alla celebre conseguenza che la disunione dogi' Italiani Sia dovuta alla corte di Roma, u E poiché sono alcuni d' opn ione, che il ben essere delle cose d'Italia » dipende dalla Chiesa di Roma, voglio contro ad ossa discorrere quelle ragioni » che mi occorrono, e ne allegherò due potenl ssime, le quali, secondo me, non » hanno repugnanza. La prima è, che per gli esempi rei di quella corte questa » prov Jicia ha perduto ogn divozione ed ogni religione; il che si tira dietro in» fluiti inconvenienti ed rifiniti disordi i . . . Abbiamo dunque con la Chiesa e » coi preti noi Italiani questo primo obbligo, d'essere diventati senza religione e » cattivi; ma ne abbiamo ancora un magg „re, il quale è cagione della rovina » nostra. Questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questa nostra provinci a dii? visa. E veramente alcuna provincia non fu mai unita o fehee, se non la viene » tutta all'obbedienza d'una repubblica o d'un principe ; com'è avvenuto alla Fran-» eia ed alla Spagna. E la cagione che la Italia non sia in quel medesimo ter» mine, nè abbia anch' ella o una repubbl a o un principe che la govern, è so» lamente la chiesa; poiché avendovi abitato e tenuto imperio temporale, non è » stata sì potente, nè di tal virtù che l'abbia potuto occupare il restante d'Italia, n e farsene principe; e non è stata, dall'altra parte, sì debile, che, per paura di » non perdere il dominio delle cose temporali, a non abbia potuto convocare un » potente che la difenda contro a quello che in Italia fosse diventato troppo po» tente. . . -Non essendo dunque stata la chiesa potente da potere occupare l'Ita->1 lia, nè avendo permesso che un altro la occupi, è stata cagione che la non è potuta venire setto un capo, ma è stata sotto più principi e .¦gnori, dai quali v è nata tanta disunione e tanta debolezza, che la si ò condotta ad essere stata » preda, non solamente de'barbari potenti, ma di qualunque l'assalta ».
Noi potremmo seguire il nostro autore per gli altri capitoli del primo libro, e per quelli del secondo e del terzo; ma null'altro v'impareremmo che grandemente importi a chiarire i suoi concetti politici fondamentali. Nelle idee esposte fin qui il Machiavel c'è già tutto. Egli vuole uno stato felice; e per averlo felice crede prima e indiscutibile cond' one l'unità; tant'è vero ch'egli soggiunge all'epiteto unita l'altro di felice con un o, quas si trattasse d'un sinonimo, e solo più tardi accenna ai danni che l'Italia ha avuto dal suo frazionamento politico. La seconda condizione è che lo stato sia uno non solo materialmente, ma anche moralmente; ed uno è lo stato quando, com'è avvenuto in Roma, tutte le class i dc'cittadini vi abbiano la debita partecipazione e quando il sentimento religioso sia ™i 70 e in armonia colle istituzioni civiL La sua suprema aspirazione politica è, adunque, la redintegrazione dello stato, redintegrazionc ch'egli crede possibile e che egli insegna ai principi e alle repubbliche, mettendo di fronte ai corrotti istituti moderni quelli dello stato modello, quelli di Roma.
Ma una grave obbiezione gli si presentava alla mente, specie nel discorrere nel secondo libro delle conquiste e grandi imprese esterne di Roma. Chi ci assicura, che esse non fossero dovute piuttosto che alla virtù de'Romani alla loro fortuna? Cri .taliani del rinasciinento facevano largo campo alla dea capricciosa, e già Plutarco c pur Livio stesso aveano opinato che nei grandi fatti de'Romani la maggior parte del merito ad essa spettasse. Ora se la fortuna, come dicono i pusilli, può tutto, ogni insegnamento politico, ogni esempio proposto sono inutili affatto.
Questa grave obbiezione ha cc >tate le più nobili fibre del cuore del Machiavelli Egli non disconosce la forza del caso; ma ha pure fede vivissima .t quella dell' uomo e dei buoni istituti, e quindi afferma che « se non si è trovato mai re» pubblica che abbia fatti i progress1 chc Roma, è noto che non si è mai trovato » repubblica che sia stata ordinata a poter acquetare corno Roma. Perchè la a rtù » degli eserciti gli foce acquistare l'imperio, e l'ordine del procedere e il modo