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CAPITOLO IX.
Togli la vivezza del colorito e la scioltezza della lìngua, e aai-iunjri una mae*-
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giorc larghezza di vedute politiche e una più minuta informazione de' fatti: ed invece della Storia fiorentina, hai la Storia d' Italia, alla quale la fiorentina aveva servito quasi di prefazione, e va dal 1-194 al 1534; e fu finita di scrìvere negli ozi forzati di Arcetri dal 1534 in poi.
Preparato da una lunga e variata esperienza delle faccende politiche e militari, alle quali aveva preso notevole parte, in ispecie come officiale de'papi medicei, egli stese la storia di quel momentoso nostro periodo dal punto di vista d' un politico ed uomo di guerra, u Niun altro lo agguaglia (dice Gino Capponi) quanto » alla molteplicità dei fatti che dentro vi stanno , ciascuno al posto che gli ap-» partiene, con le cause che gli produssero e con gli effetti che ne seguirono, » essi stessi fatti cause di altri eventi. Pregio sommo di questo storico è la com» prensione dei fatti minuti, che per legami sovente oscuri si uniscono a rendere ¦i inevitabili quelle conseguenze d'onde poi si muta la sorte dei popoli. Fu pro» verbiale contro il Guicciardini l'accusa d'averci descritto le guerre d'Urbino » e di Pisa con troppo minuta e spesso noiosa diligenza: ma non poteva egli nar-» rare un fatto senza fermarsi a porre in chiaro le circostanze della riescita, non iì che gli errori per cui falliscono i disegni. Voleva con quella sua Storia dare n insegnamenti a chiunque abbia mano in cose di stato o in cose di guerra (l) ».
E il Montaigne ne aveva giudicato così: u II est historiogaphe diligent, et » duquel, à mon advis, autant exactement que de nul aultre, on peult apprendre » la veri té des affaires de son temps: aussi en la plus part, en a il esté acteur » luy-mesme et en reng honorable. 11 n'y a alcune apparence que par haine, faveur » ou vanité, il ait desguysó les choses; de quoy font foy les livres iugements » qu' il donne des grands et notamment de ceulx par les quels il avoit esté » avance et employé aux charges, corame du pape Clément septieme. Quant à » la partie de quoy il scmble se vouloir prevaloir le plus, qui scnt scs digres» sions et discours, il y en a de bons et enrichis de beaux traiets; mais il s'y » est trop pleu; cai' pour ne vouloir rien laisser à dire, ayant un subiect si plein » et ampie, et à peu pres infiny, il cn devient lasche et sentant un peu le cacquet n scholastique. J'ay aussi remareque cecy, que de tant de mouvements et conseils, » il n'en rapporte jamais un Seul à la vcrtu, religion et conscience, commc s1' ces » parties là estoient clu tout csteinctcs au mond, et de toutes les actions, pour » belles par apparence qu' elles soyent d' clles-mcsraes, il en reiecte la cause à u quelque occasion vicieuse, ou a quelque proufict. Il est irapossible d'imaginer que, » parmy cet infiny nombre d'actions de quoy il iuge il n'y en ayt eu quelqu'une » produiete par la voie de la raison: nulle corruption peult avoir saisi les hommes » si universellement, que quelqu' un n' eschappe de la contagion. Cela me fait » craindre qu'il y aye un peu du vice de son goust; et peult estre advenu qu il » ayt estimo d'aultruy selon soy (2) ».
Tutte le quali pecche e i quali pregi si spiegano forse col ricordare che il Guicciardini non è uno speculatore di filosofia politica come il Machiavelli, ma un politico pratico, educato tra gli artifizi, i sottintesi e i tranelli delle cancellerìe ; e che quindi egli inclina a trasferire anche nell'animo del semplice cittadino il procedere calcolato del diplomatico; ch'egli appunto perchè non ha l'attijudine, o l'abitudine, a scorgere e intendere i nessi lontani delle cose, li trascura e li crede effetti della fortuna (3): la quale, nella sua mente, può tutto, e tutte rende vane
(1) Storia della Republ. di Firenze, II, 317.
(2) Esfsais, II, eh. 10 ; citato dal Benoist, p. 321.
(3) L'eccessiva importanza che il Guicciardini attribuisce ali? Fortuna ed al caso si può rilevare da alcuni luoghi della storia che stanno nel voi. 1,142, 111,159,111,381, dell'edizione economica Sonzogno. In questa ammirazione piena di sgomento per la Fortuna egli si accordava coi più di quel tempo, che tanti mutamenti impensati aveva visto. Cfr. P. 'Villari, Nic. Machiavelli ecc., I 234 in nota.. Vedremo altrove come il Machiavelli in ciò sia diverso dall'amico.