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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   L' IDEA DELLA VITA PUBBLICA NELLA STORIOGRAFI A.
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   Romani, si aspetterebbe logicamente una terza Italia, alla quale non Lanno saputo dare unità i Papi per le ragioni discorse nel primo libro, e non hanno saputo dargliela se non mal sicura nemmeno i Fiorentini, come si vede negli altri sette libri Ed ecco sopravvenire l'invasione francese e poi la spagnuola e poi gli Svizzeri, e precipitare ciò che ancora non era ben sorto: ecco la simmetria della teorica del Machiavelli disturbata dai capricci della realtà. E poiché la storia è storia, e il Machiavelli può volere spiegarla, ma non può nè vuole rifarla, egli narra i fatti, pur conservando in fondo all'anima il suo malcontento di pensatore, malcontento a cui dovrà per buona parte anche 1 ispirazione del Principe,, il quale venga a fare l'unità indipendente d'Italia, e a raggiustare il filo delle idee filosofiche nella mente del Machiavelli.
   Tale a noi sembra il valore di queste Storie sulle quali tanti e tanto di-vers tiudilì furono pronunciati (1): il Machiavelli studia la storia da filosofo politico, coll'occhio intento alle cause remote, a ness. sostanziali, nel tempo e nello spazio; e se, preoccupato da queste sue tendenze filosofiche egli assai spesso erra od e male informato ne' particolari, riesce per contro a dominare quasi del tutto una materia cosi ribelle come la storia d'Italia, e a presentirne quindi il necessario sviluppo avvenire.
   Ma ò naturale, che se sotto il rispetto della profonda penetrazione filosofica egli di gran lunga supera tutti, appunto perchè sa più speculare che osservare, perchè sa più ragionare sui fatti che appurare i fatti stessi, altri lo superino nell'abbondanza e nella sicurezza delle informazioni, e anche nell'intelligenza dei ness e delle ragioni prossime delle cose. Sotto questo rispetto, lo storico che va sopra tutti gli altri è Francesco Guicciardini colla sua Storia di Firenze c colla Storia d'Italia.
   La Storia di Firenze (2) va dal 1378 (tumulto de' Ciompi) al 1509 (battaglia d' Agnadello) ; e con efficace chiarezza ci narra tanto le guerre e le paci de' Fiorentini, quanto lo svolgimento interno dei loro partiti. Utile è in ispecie questa storia per capire 1' azi ine di quel terzo partito, al quale 1' autore restò fedele per tutta la sua vita. Nel Machiavelli non campeggiano che i democratici, coll'appoggio de'quali i Mediei acquistano il primato nella città, e gli aristocratici costituenti la grassa borghesia, che dai Medici è vinta. Ma quando Cosimo fu restituito in patria, una parte degli antichi aristocratici gli si strinse dattorno , procurando di conservare o di riavere nelle proprie mani la direzione delle cose e di governare i Medici colla sua alta tutela. A questi parte spettavano gli antenati del Guicciardini; e per essa sono tutte le sue simpatie e i suoi rilievi nella Storia fiorentina (3). Notevoli vi sono poi i capitoli dedicati a Lorenzo il Magnifico, e in specie il nono, ove ne dà un giudizio riassuntivo, paragonando Lorenzo a Cosimo padre della patria. Qui non solo eg': si mostra più indipendente del Machiavelli che abbonda di elogi, mentre il Guicciardini sa equamente contemperarvi le ben fondate accuse; ma rivela anche una singolare attitudine a scolpire i caratteri che al Machiavelli manca e che mancò, panni, più tardi al Guicciardin stesso. Cosi il Machiavelli, incapace di darci viva e parlante la figura di Lorenzo, se la cava col dire: u si vedeva in lui essere due persone diverse n quasi con impossibile congiunzione congiunte (4) »; mentre il Guicciardini ce lo darà intero, dicendolo u un uomo più d'ingegno che di giudizio (5) ». Notevole è del pari 1' esposizione dei fatti riguardanti il Savonarola, che egli inclina ad accusare di superbia    (1) Giuda, Op. cit., p. 422.
   (2) Opere inedite, III. Fu scritta tra il 1508-9, come appare dal cap. XXIII.
   (o) Ci'r. Benoist, Guichardin, ecc., p. 201-5.
   (4) Libro sei timo, In fine.
   (5) Cap. nono.
   (6) Cap. decimosesto.