L' IDEA DELLA VITA PUBBLICA NELLA STORIOGRAFI A. 255
de'nobili, e Napoli aveva abbellito di splendidi edifici. Ma non tace come egli in quegli anni si fosse lasciato ammollire dalla vita dolce di Napoli, e più duro ed avido fosse diventato nel suo modo di governare. Ci afferma ehe durante tutte le fasi della rivolta non si udì u gridare altro nome che della Spagna e dell'Imperio (1) n ; ma al tempo stesso ci istruisce che 1' imperatore ci avea veduto un'ingerenza di Francia, secondato in ciò dalla pubblica opinione. E cosi egl: sa al tempo stesso far giustizia a P. L. Farnese, che si rendeva caro al popolo, deprimendo i nobili prepotenti e ghibellini, e ai nobili che, fedeli alle antiche loro aspirazioni, si liberano dal signore imposto dal papa e vogliono tornare all'impero. Quell'assassinio , per il nostro autore, parve più che ad altro destinato a far ravvedere Paolo III dalla sua sfrenata ambizione di signoreggiare e a significargli u che » chiunque si avviluppa ne'lacci del mondo diventa preda della fortuna (2) ».
Del Porzio, degno invero d'esser citato fra i nostri storici migliori, ricorderemo ancora la Relazione del Regno di Napoli, fatta tra il 1577 e il 1579, ch'è un quadro stati tico e politico del Regno , messo assieme a vantaggio del nuovo viceré Innico Lopez de Mendoza, al quale è indirizzato.
Fra gli storici Ri minor conto ricorderemo Michele Ricci, partigiano de'Fran-cesi, autore di quattro libri latini sui re di Napoli, stampati a Basilea nel 1517; e soggiungeremo che la storia della guerra mossa dal viceré Toledo al papa Paolo IV nel 1556, fu narrata da un Alessandro Andrea, e da Pietro De Nores.
Ed ora che abbiamo quasi circuita l'Italia, passiamo a studiarne il più vivace palpitare della vita politica nel centro, a Roma c a Firenze. Ma la storiografia politica speciale di Roma è quasi nulla ; e i suoi fatti vanno cercati o nelle storie generali d'Italia o in quelle di Firenze; e però noi riserbandoci di ritornare alla storia speciale di Roma alquanto più tardi, discorriamo qui degli storici fiorentini e di quelli che della vita politica di Firenze si sono a preferenza occupati.
E gli uni e gli altri costituiscono una serie così numerosa e così importante per ogni riguardo, che giova qui subito indagare il perchè di tale abbondanza.
Nessuno di certo vorrà darne per ragion sufficiente il fatto che a Firenze la lingua letteraria fosse quas in bocca d'ognuno; e che quindi più frequente dovesse nascere l'idea di stendere la narrazione dei fatti contemporanei. Nè ragion sufficiente par l'altra, che in una repubblica, dove numerosissimi son Quelli che vengono chiamati agl< uffici di stato ne'consigli, nelle ambascerie e nelle magistrature, nu-meiosi dovessero essere pur quelli che pensassero a narrare le cose u di cui erano stati gran parte ». Questo motivo non basterebbe a spiegare perchè la storia fiorentina dovesse attirare l'attenzione anche dei non fiorentini o toscani. Il vero motivo di questa abbondanza di storie politiche pare a noi che sia da scorgere nel fatto che a Firenze, fin dallo scorcio del secolo XV e per quasi tutto il XVI, è stata abbondante più che in nessun'altra città d'Italia la vita politica stessa.
Già fino dai tempi di Lorenzo il Magnifico l'intonazione della politica italiana part.ra da Firenze; e quando due membri della casa medicea ottennero quasi senza interruzione la dignità pontificia, Firenze si trovò come padrona di Roma: i Fiorentini furono chiamati a coprire gli uffici romani; e i loro politici furono i naturali consiglieri de'papi, i quali sapevano sagrificare'più d'una volta il loro dovere di capi della cristianità a vantaggio della loro Firenze. S'aggiunga che in quel frattempo un principe de'Medici ebbe anche il ducato d'Urbino, e che gli si pensava di dar pure, oltre Parma e Piacenza, anche il Regno. Questa congiunzione con Roma in breve cessò; ma ne perdurarono gli effetti: perdurarono nell'assettamento del dominio principesco de'Medici in Firenze e in Toscana, la quale in breve formò tutto uno stato, mostrando così per molta parte attuato il pensiero
(1) Cap. 37.
(2) Capo ultimo.