Stai consultando: 'Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI ', U.A. Canello

   

Pagina (260/343)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (260/343)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   252
   capitolo Siii.
   d'un momento cioè in cui Venezia si trovò nuovamente alla testa della politica universale, promovendo la lega vincitrice alle (Jurzolari (Lepanto). Fu questo il primo lavoro storico del Paruta, che scrisse anche un'Orazione per i caduti nella grande battaglia, e un Discorso in difesa della paci separata conchiusa dalla repubblica; e da quel notevole risveglio di vita politica a Venezia attinse forse la sua grande fede nei destini di lei.
   La guerra di Cipro fu poi narrata anehe da altri e veneziani c non veneziani; tra i primi citeremo Giampietro Contarmi ed Emilio Maria M molesso ; tra i secondi il toscano Antonmaria Graziani, il genovese Foglietta, e l'umbro Pietro Bizzarri.
   Ricorderemo infine che la storia di Venezia fu in questo secolo descritta anche da Luigi Contarmi, per il periodo che va dal 1513 al 1570, e da P. Giustiniani, la cui storia generale fu edita nel 1560. G. Michele Bruto infine dettò un libro De origine Vcnetiarum.
   Oltrepassando Ferrara , chc vanta le sue storie del Fallett e del Pigna, e Mantova che si gloria di quella di Mario Equicola , giungiamo a Milano , dove, considerato il valore che al possesso dell'antico ducato annettevano la Francia c l'impero e le tante guerre per esso combattute, si sarebbe inclinati ad aspettarci una larga serie di storici, corrispondente all'attività politica che per esso pi svolse.
   Pochi invece ne troviamo e di poco valore: ciò chc si spiegherà, non tanto col ricordare il minore sviluppo della Coltura letteraria in questa regione raffrontata alla Venezia o alla Toscana; ma col fatto che il ducato di Milano, fin quasi dagli esordì del secolo, in tutte le vicende dell'età, fu più passivo che attivo, servì di mira alle ambizioni altrui piuttosto chc tentare di svolgere e attuare ambizioni sue proprie.
   A cavallo de' due secoli troviamo Bernardino Corio, che in un italiano lombardcg-giante distende la storia della sua città dalle origini fino all'ottobre del 1499, vale a dire fino alla fuga di Lodovico il Moro in Germania, per commissione del quale aveva impreso il suo lavoro nel 3485 (1). Fedele alla memoria del suo mecenate dedicò egli la storia, compiuta nel marzo del 1507, mentre imperava a Milano Luigi XII, ad Ascanio Sforza cardinale, fratello del suo antico signore. Opera minuziosa e strettamente municipale, acquista molto pregio, rispetto ai tempi recenti, per alcuni documenti che ci serba; sebbene si mostri affatto priva d'ogni intelligenza politica.
   Le aspirazioni del partito guelfo franceseggiante trovarono invece il loro sfogo -nei sei libri delle guerre italiane di Carlo Vili e Luigi XII di Giorgio Florio, editi a Parigi nel 1613; mentre Galeazzo Capra o Capella narrò, sotto 1 ispirazione del duca Francesco II Sforza e del suo cancelliere Morone, le guerre d'Italia dal 1521 al 1530 per ristabilire a Milano il suo signore. Scusse il Capella, come il Florio, in latino, ed ebbe l'onore d'essere plagiato dal Guicciardini.
   Tace la storia nel Piemonte, che comincia in questo tempo a partecipare largamente alla vita politica italiana, o si fa appena sentire sulla fine del secolo colla vita di Emmanuele Filiberto scritta dal milanese Giovanni Tosi (2); e per trovare un buon corpo di storie dobbiamo scendere a Genova, dove la tradizione storiografica è antichissima, e fino dal secolo XII s'ebbero delle cronache scritte per ordine pubblico.
   Ci si otfre qui sul principio del secolo il tentativo d' una storia universale della repubblica fino al 1528 del vescovo Giustiniani. Ma candidi e creduli i suoi Annali scritti in rozzo italiano ad altro non doveano servire che ad eccitare qualehe emulo più esperto.
   La repubblica pacificata e consolidata per opera di Andrea Doria, che le as-
   (1) Per questo motivo ne tocca anclie G. Invernizzi, II risorgimento, p. 362,
   (2) Edita a Torino, nel 1596.