LA RICOSTITUZIONE DELLA VITA FAMIGLIARE NELLA POESIA DRAMMATICA. 247
E quando l'amore è seriamente inteso a questo modo; quando si vagheggia come sommo ideale che u marito e vago » sieno una cosa sola; quando si ha della natura quel misurato concetto che traspare dalle parole di I inco a Silvio sdegnoso d'amore:
Uomo sono, e mi pregio D'essere umano; e teco che se' uomo 0 che piuttosto esser dovresti, piarlo Di cosa umana: e se di cotal nome Forse ti sdegni, guarda Che nel disumanarti
Non divenghi una fera, anzi che un Dio (1) ;
quando tutto questo è nella mente e nella coscienza de' migliori e trova un eco pronta e plaudente nella mente e nella coscienza del pubblico; allora c'è davvero da bene sperare: allora si può dire che non solo l'antica famiglia, deficiente c basi naturali, è distrutta, ma che la nuova, la quale faticosamente ha cercato i propri fondamenti in natura, è ben avanti nella propria ricomposizione. L'accenno ai figliuoli che è neWAminta, ma manca al Pastor Fido; e il modo in cui Mirtillo esprime ad Amarilli la fretta di essere alfine solo con lei, fuori della pompa solenne che li accompagna:
0 mio tesoro, Ancor non son sicuro, ancora i'tremo; Nè sarò certo mai di possederti Perjin che nelle case Non se'del padre mio, fatta mia donna. Questi mi pajon sogni . . . Vorrei pur ch'altra prova Mi feste ormai sentire
Che'l mio dolce vegMiiar non è dormile (2),
danno pur saggio di nò che manca alla sua solidificazione; e da che punto s sia mossi troppo uni atonalmente per cos ituirla; ma l'avviamento è bello a i curo. Il secolo che cominciava per ridere della famiglia, finisce collo scorgervi il suo più alto ideale.
(1) Atto I, sr. 1,
(2) Atto V, so. IO.