LA RICOSTITUZIONE DELLA VITA FAMIGLIARE NELLA POESIA DRAMMATICA. 245
ine) ha tradito l'amore, e noi ne paghiamo ancora le pene. Il discredito è caduto sulla donna, e speci.ilinente sulla fanciulla desiderosa di nozze; e vittima di questa diffidenza più d'una fanciulla ogni anno s immola sugL altari, ne: conventi o nella solitudine rincresciusa della casa materna. Leggi eccessivamente rigorose (s' ricordino quelle di Pio V contro il meretricio e l'adulterio, pag. 27) sono le conseguenze dell'antica lassezza. Bisogna redimerci; e per redimerci occorre il vero amore, anzi un amore eroico, a tutta prova, e bisogna chc l'esempio venga dalle class superiori; che i nuovi sinceri amanti sieno sangue di dei. Questa è la comune persuasione; e i parenti cercano nella loro saggezza di ben assortire le coppie e di preparare un miglior avvenire. Ma 1' assortimento delle coppie non può essere opera dei parenti; dev'essere l'opera della natura stessa che parla per bocca dei giovani amanti: Mirtillo ed Amarilli sono i predestinati dal cielo; e a loro spetterà il vanto di lavare l'onta delle tante antiche Lucrine d'Italia.
Chi legge superficialmente il dramma del Gruarini può trovarlo immorale ne. particolari e nei motti filosofici che qua e là sono in bocca de' personaggi o del coro (1), come in specie quello che dice Amarilli:
Legge umana inumana
Che dài per pena dell'amor la morte!
Sc'l peccar è sì dolce
E'I non peccar sì necessario ; o troppo
Imperfetta natura
Che ripugni alla legge!
0 troppo dura legge
Che la natura offendi (2) !
Ma chi figge l'occhio più addentro vede che appunto il gran merito d: questo dramma consiste nell'avere coraggiosamente affrontato e con serena sapienza risolto il problema della lotta tra la legge e la natura, tra il gius positivo e il naturale, che appunto tormenta Amarilli, designata in isposa per legge a Silvio, e per affetto di natura a Mirtillo.
Ora la soluzione del dramma dimostra che il dissidio tra la legge e la natura è di semplice apparenza; chc la natura può essere mule interpretata dalla legge, ma sa poi sempre vendicare i propri diritti.
Tutto questo è mirabilmente detto anche nel coro dell' atto quarto, ove in opposizione alle pastorellerie del Tasso, s descrive il vero stato, non di natura, ma secondo natura, secondo importa il continuo progresso dell'umanità. Riferiamo qui per intoro questo bellissimo squarcio di alta poesia.
0 bella età dell'oro, Ojiand'era cibo il latte Del pargoletto mondo, e culla il bosco; E i cari parti loro Godean le gregge intatte,
Nè temea il mondo ancor ferro ne tosco! —
Pensier torbido e fosco
Allor non facea velo
Al Sol di luce eterna.
Or la ragion che verna
Tra le nubi del senso, ha chiuso il Cielo:
Ond'ò che il peregrino
Va l'altrui terra, e'I mar turbando il pino.
(1) Ginguene, VI, 421 e segg.
(2) A.tto III, se. 3.