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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   la ricostituzione della vita famigliare nella poesia drammatica. 241
   Noi non ci arresteremo altrimenti all'esame delle altre opere drammatiche dell'Ariosto, e degli allri minori, che hanno battuto simile via, esame che pur potrebbe riuscire interessante, quando s. avesse riguardo alla diversitā degl'impedimenti che nei divers' tempi e luoghi si veggono frapposti alla sulita conclusione, eh' č matrimonio: il loro scarso valore artistico ci vieta di soffermarci pių a lungo, come ci vieta pure di fermarci a studiare qualche dramma del Giraldi quale l'Aitile, in cui lo stesso problema della ' ita famigliare č dibattuto e .'isolto. Ci affrettiamo invece ai drammi pastorali del Tasso e del Guarini, nei quali 1 dea-litā della sana ricostituzione della famiglia assume nuove c importanti sembianze.
   E prima di tutto, l'impulso alla costituzione della famiglia qu cessa d;essere un puro scėnto sessuale, un effetto della Venere: vi oi mescola, specie per la donna, 1 stinto della generazione.
   Nell'ile del Giraldi (1515) i Fauni e i Satiri aspirano ardentemente all'amore delle Ninfe pudiche. Ricorrono per cons.glio ad Egle, che esaurisce prima i suoi ragionamenti in lode di Venere e Bacco, e ricorre alfine per disperata all'inganno di attirare le ninfe in soccorso dei Fauni e dei Satiri bambini, che i padri, irrititi dal rifiuto d'amore, avrebbero deciso di abbandonare. Cosė infatti i Fauni e i Satiri le possono sorprendere; ma Pane pietoso le salva tramutandole in piante.
   C'č qui un primo germe destinato a dar ottimi frutti Infatti, sulle scene ferrarese, dove nel 1554 s dava anche il Sagrijicio di Agostino Beccari, idealizzazione del puro amore di tre pastori per tre ninfe, invano disturbato dal capriccio libidinoso d'un Satiro, si diede nel 1573 l'Aminta di Torquato Tasso, dove Dafne vuol persuadere Silvia ad amare cosė:
   Vorrai dunque pur, /Silvia, Dai piaceri di Venere lontana Menarne tu questa tua giovanezza? Nč'l dolce nome di madre udirai? Nč intorno ti vedrai vezzosamente /Scherzare i figli pargoletti? Ah, cangia, Cangia, prego, consiglio, Pazzerella che sei (1).
   Qual č il concetto fondamentale āell'Amintaė — Esso appare ben chiaro dal l'esposizione della sua semplicissima favola.
   La bellissima .Silvia č amata ardentemente dal pastore Aminta, cresciuto con lei sino dall'infanzia ; e tutta dedita com'č al culto di Diana e ai piaceri della caccia, sdegna l'amore di lui, ad onta delle ammonizioni dell'amica Dafne. Per consiglio di Tirsi e di Dafne, Aminta risolve di audacemente assalire la ninfa ribelle, mentre si sta lavando a un noto fonte. Vi trova, infatti, la sua bella, che ivi stesso era stata appostata da un Satiro procace, il quale le volea fare l'ultimo oltraggio. Aminta la libera, ed osa appena toccarla: e la ninfa, senza mostrargli pur senso di gratitudine, se ne fug^e, e torna ne'boschi a cacciare. Qui le occorre un'avventura co'lupi, nella quale ella perde, fuggendo, un velo insanguinato: onde corre la notizia ch'ella sia stata divorata. Anniita, a tal nuova, cade in profonda malinconia, s. dirige a un erto dirupo, e si getta dall'alto. Un testimonio dell'atto lo viene a riferire in un crocchio di donne, dov č pure Silvia, reduce dal bosco: ora alfine ella sente pietā dell'amico d'infanzia, s'accorge d'amarlo, ad onta del superbo o.sdegno con cui l'avea prima trattato; e va a rendergli gli estremi onori, deliberata a seguirlo poi nella tomba. Se non chc 1 saggio Elpino, 1 quale avea
   (I) Atto I, se. 1. - Ahbiair-o sott'occhio : Idrammi de'boschi e deUe marine, editi da E. Camerini ; Milano, Sonzogao, 1874.
   canello 31