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capitolo ix.
amauti in lotta con un lenone Lucrano per averne, senza quattrini, due giovani amate.
Per meglio far chiaro in che consista per lo più il nodo di cosiffatte commedie, noi facciamo seguire un breve riassunto dei Suppostit (1), cho sono forse la migliore tra le opere drammatiche dell'Ariosto.
La scena è a Ferrara. Un ricco signore della città ha una figliuola, Polinesta, della quale ardentemente s'innamora Erostrato, giovine siciliano, mandato qui a fare i suoi studi. Per poter stare vicino a Polinesta, egli incarica Dulippo suo servitore di andar per lui alle lezioni; ed egli, in abito di servo, ti fa accogliere in casa di Damonio, dove favorito dalla balia di Polinesta, gode già da due anni del suo amore. Se non chc Oleandro, vecchio professore, inette gli occhi su Polinesta e la chiede al padre, offrendo una controdote di duemila scudi; e Damonio è più chc inclinato a consentire. Erostrato e il servo Dulippo si dànno all'opera per impedire la disgrazia. Dulippo trova un forastiero senese, e lo persuade a spacciarsi per Bilogono, padre di Erostrato, e a sottoscrivere in nome di lui un'obbligazione di controdote uguale o maggiore di quella offerta dal vecchio Oleandro Ma ntanto una serva di Damonio, venuta ad alteico colla balia mezzana, rivela al padre gh amori clandestini della figlia col creduto servo, che è messo in prigione; e per colmo d'imbroglio giunge da Catania il vero Filogono, che va a cercare del tìglio nella casa ora occupata dal servo Dulippo. Qui egli incontra il pseudo-Fi-logono ; e pr i anche Dulippo, 1 qual finge di non lo conoscere. Il buon Filogono ricorre allora per consiglio al professore ed avvocato Oleandro, il quale viene a scoprire che Dulippo è suo proprio figliuolo. Ogni cosa allora s'accomoda nel modo migliore; ed Erostrato esce di prigione per sposare la sua Polinesta.
Nè in questa ne nelle altre commedie dell Ariosto la forza comica abbonda; ne i caratteri sono vivamente disegnati. L'intrigo, l'imprevisto ne costitu.òce l'at-trattativa principale. Piacciono qua e là dei tratti satinci, sia contro le magistrature di Ferrara, sia contro certe class di persone inesse in scena sotto forma t ca, come il negromante nella commedia di questo nome, o il frate predicatore della Scolastica. Anche la pittura de'costumi è talvolta assai viva; e non dà molto buon concetto della famiglia n Ferrara, nelle classi sociali inferior Ciò vale specialmente della Lena (1528), che è p ^ttosto una farsa che commedia, e nella quale, la protagon sta, ruffiana di mestiere, spiega suoi primi passi fals con un ricco Fazio, incolpandone la viltà del marito:
Fu il hingo soimolo Di quest'uomo da niente di Pacifico Che non cessava mai: moglie, col^piacilM Sarà la nostra ventura; sapendot Governar seco, tutt . nostri debiti Ci pagherà (1).
Più tardi_ essa aggiunge altrove, le cose andarono più ananai; il marito smanioso di far quattu v ad ogni modo, le consi^l'a ancora più ampia liberalità e con tutti (2).
Ma l'Ar jsto ha ben cniaBo in mente lo scopo educativo del teatro; e oltrccchè rivelarlo sin troppo nella testura delle sue produzion', lo formula anche nettamente nel Negromante;
Or non curate se l'astrologo Restar vedete al fin della commedia Poco contento; perchè l'arte, ch'imita La natura, non paté ch'abbian l'opere D'un scellerato mai se non mal esito (3).
(1) Atto II, se. 2.
(2) Atto V, se. 11.
($) Atto jn (ine,