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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   la satira della famiglia nella poesia drammatica.
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   Cosi il secolo r ^ornava sulle prime orme, senza tuttavia ritoccare il punto di partenza, la fede cieca nell'unica Provvidenza divina.
   Mentre gli autori di dramm e tragedie tentavano così di surrogare al concetto della Provvidenza un concetto più razionale, e a. provavano a far prorompere l'azione dal libero c naturale sviluppo de'singoli caratteri, più umile via tenevano gli autori d commedie e di farse, intenti a ritrarre anche fatcipiù comuni della vita quoi diana.
   Le comrnec .e del cinquecento sono quasi tutte commedie d'intrigo (1) : e 1' intiigo, poiché non può per norma essere prodotto da' caratteri, i quali v sono appena sbozzati, o mancano del tutto, è l'effetto del caso, la nuova divinità della vita, che dalla folla dei miscredenti fu sostituita al Dio cristiano, mentre i pensatori cercavano nell'uomo e nel mondo il nuovo Dio impersonale. 11 casOj i qu. ¦ pro-quo, hanno gran parte nella testura anche delle più riputate nostre commedie del cinquecento e danno a molte un'aria di farsa allegra e spensierata; mentre in altre producono tale viluppo da riuscire penosissime ai lettori moderni, come p. es. avviene della Cofanaria di Grio. Dell'Ambra. Lunghissimo sarebbe il catalogo di quelle dove gli accidenti impensati costituiscono tutto l'intreccio. Ci basti ricordare che i Menaechmi di Plauto sono la commedia che più di frequente tenne la scena in latino e tradotta sul principio del secolo; e che sui Munaecìimi è foggiata più o meno servilmente una lunga serie di commedie tra le quali ricordiamo : la Calandria del Bibbiena, i Lucidi del Firenzuola, gli Straccioni del Caro, i SimvLlimi del Tnjsino, la Moglie del Cecchi.
   Solo pochi migliori seppero sostituire al caso 1' a ione, effetto necessario de caratteri ; e ne ottennero anche nella forma una straordinaria correttezza ed efS cacia. Valga per tutti la Mandragora del Machiavelli, che avremo subito ad esaminare sotto il i ispetto del contenuto ideale; per tacere delle imitazioni dall'antico, quale VAridosia di Lorenzino de' Medici o i Dissimili del Cecchi che derivano l'una dal l'Avaro di Plauto, l'altra dagli Adelphi di Terenzio,
   § 3. — La satira della famiglia nella poesia drammatica (2).
   Sotto che aspetto ci presenta la vita famigliare nella commedia del cinquecento? Pare una vera fatalità per la riputazione de'nostri costumi chela Calandria del futuro cardinale da Bibbiena (3) sia stata la più antica commedia di tipo classico scritta in alcuna delle lingue volgari; e che per questo motivo e per essere in buonissimo toscano i nosti i critici e storici l'abbiano particolarmente ed a lungo stucVata, tanto a lungo ch'è loro mancato, si direbbe quas la voglia o il 'coraggio morale di studiare le molussime altre. E dall'esame della Calandria doveano necessariamente veni e quei g udiz severissimi sull'immoralità e sulla cor-ru; 'One de' costumi nel cinquecento, giudizi che dalle storie letterarie passarono alle stor.e civili e finirono coli assumere quella parvenza di verità indiscutibile contro la quale solo chi ami per inclinazione il paradosso può osar di combattere.
   Noi abbiamo letto e studiato la Calandria ; ma insieme abbiamo studiata una grossa serie di commedie in cu o. satireggiano, dipinte al vivo, le condizioni della famitì a italiana^ diverse da paese a paese e da età ad età: e di siffatte colati) Non sappiamo davvero che cosa volesse dire il Settembrini (Lez. di lett. it., Il, 123, 4.a ediz.). quando afferma: « L'azione della commedia italiana in questo tempo (nel cinquecento) é semplice ».
   (2) A Graf, Tre commedie italiane del cinquecento ; la Calandria-la Mandragora-il Candelaio, negli Studi drammatici, Torino, 1878,
   (3) La Calandria fu recitata ad Urbino tra il 1503 e il 1508, stampata a Siena nel 1521. Bernardo Bibbiena, nato nel 1470 e morto nel 1520, fu fatto cardinale da Leone X il 23 settembre del 1513. Quando scrisse la famigerata commedia egli era semplice cortigiano di Giovanni e Giuliano de' Medici.
   Carello, 00