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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   la lirica amorosa.
   219
   Labbra di latte, bocca ampia celesta, Denti d'ebano, rari e pellegrini Inaudita, ineffabile armonia;
   Costumi alteri e gravi; a voi, divini Servi d'amor, palese fo, che questa Son le bellezze de la donna mia (1).
   E il Berni stesso o il Firenzuola (che non s: se bene quale dei due) canta la morte d'una sua civetta, col tuono e colle fras: con cui i Petrarchisti cantavano la morte delle loro Laure,
   Ecco il Frenzuola, che comincia a cantare sul tuono dei Petrarchisti una Selvaggia, moglie altrui; ma poco dopo apertamente le dice;
   E tu, nel e?*,, bel volto il mìo cor vede Ciò che può far beati i nostri sensi, Osservar le promesse tue non pensi A eh quanto piìi inganni, più ti credei (2)
   S'accorge alfine che la bella sdegnosa ha delle stianze sulle mani, cui benignamente una prima volta interpetra come rogna (3), e la seconda come effetto d mal francese (4)! Laura, col mal di Francia!
   I bucolici s'entusiasmavano per le semplici bellezze dei campi e dei colli o della riva del mare? Ed ecco che 1 Berni descrive con infinito umo.ismo una sua gita in campagna, dove gli tocca dormire tra una vorace società di bestie piccole e grandi; per compire la festa,
   Un bambine era in culla che gridava, E una donna vecchia che toss'va, E talor per dolcezza bestemmiava (5)
   Ecco che il Mauro vi mette innanzi con piacevole caricatura tutta la sporcizia e grossolai tà delle donne di montagna (6); ecco che lo Strascino da Siena vi descriverà la sua zotica e animalesca innamorata di campagna (7).
   Alcuni poeti ingenui vantano in varai i pregi dell'aver moglie e vi lodano con convinzione i propiia? Ed e^co il Berrv farvi un'enumerazione saporita di tutte le noje meno sopportab i della vita, per conchiudere:
   Che la maggior di tutte è l'aver moglie (8).
   E a lu farà eco ancora il Firenzuola, che, detti i grand miracoli del legno santo per et i è affetto dal mal francese, tra i quali è quello di poter dormire eolla moglie, sogg unge ;
   Bench'io conosca infinite persone Che così vaghe son de' fatti loro (delle mogli) Che no'l vorrian con quella discrezione (9).
   (1) Opere, 170.
   (2) P. I. XII, 677 (son. 11).
   (3) lb, 699 (madrigale 11).
   (4) lb. 707 (madrigale 35).
   (5) Opere, 77.
   (6) Berni, Opere, 339.
   (7) Berni., Opere, 372.
   (8) Opere, 177.
   (9) Cap 4 (P. I. XII, l'i'ó).