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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   Il 4
   capitolo vii.
   6Haceasi donna languidetta e stanca, Quasi notturno fior, tocco dal sole, E tal era a veder, qual parer suole Raggio di sol che a poco a poco manca.
   Io Vana e l'altra man gelata e bianca Baciava intanto, e non avea parole, Fatto già pietra . . (1).
   Con pari sentimento pianse Galeazzo di Tarsia la sua Camilla Caraffa.
   Meno sentite sembrano le lodi che dei loro mariti vivi e morti hanno scritto la Colonna e la Gambara.
   S^ contentò questa seconda di cantare in ispecie i u begli occhi » del suo Gilberto da Correggio, al quale, dicono, fu fedelissima sposa; mentre Vittoria Colonna spese oltre cento sonetti in lodare le imprese c il valore del Pescara. Ma ehi nulla sapesse ch'css erano marito c moglie, potrebbe eredere dalle rime di Vittoria, che si trattasse d'un amore platonico qualunque:
   Quando Marte fra noi discmlse il nodo Che prima avvinse il Ciel, Natura e Amore, Tolse agli occhi l'oggetto, il cibo al core, L'alme congiunse in più congiunto modo.
   Quest'è il legame bel, ch'io pregio e lodo, Dal qual sol nasce eterna gloria e onore; . . .
   Sterili i corpi fur, l'alme feconde (2).
   E i corpi furono sterili, pare, perchè questa donna era fredda, anzi marmorea, e forma una perfetta antitcs col carattere dell'Ariosto, al quale, e non già a storia, noi incliniamo ad attribuire la eclebre canzone u Spirto gentil, che sei nel terzo giro », in cui si fanno l'volgere da Vittoria al defunto mar'oO i seguenti affettuos,..esimi versi:
   L'infinita ineffabile bellezza, Che sempre miri in ciel, non ti distorni, Che gli occhi a me non tomi . . .
   Io sono, io son ben desso,; or vedi come M'ha cangiato il dolor fiero ed atroce, Ch a fatica la voce Può di me dar la conoscenza vera. Lassa ! ch'ai tuo partir, parti veloce Dalle guance, dagli occhi e dalla chiome Questa a cua davi nome Tu di beltate, ed io n'andava altera, Che mei credea, po^ che in tal pregio t'era (B).
   Il lirico del cinquecento in cui noi cominciamo a sentire qualche cosa di pivi nostro, li più moderno, e che prende quasi a eontemperarc la troppa sensualità dell'Ariosto eoi freddo platonismo della Colonna, è Bernardo Tasso.
   Egli avsa sposato la donna del suo cuore, e donna degnissima di lui per carattere e condizione sociale: ma i casi della sua vita non gli permisero di goderne tranquillamente la compagnia, dovendo egl correre col principe di Sanseverino ora
   (1) Ib. 2332.
   (2) Son. 22 (P. I, XII, 1020).
   (3) P. 1, XII, 1055.