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capitolo sesto.
Ch'or vergogna li frena, ed or timore, Sì che di mille a pena un resta pago Talora, e par meravigliosa sorte.
Non de' piaceri a noi dato è consorte, Ma de' pensieri • ed al marito il vago Preponsi, e dolce è sol furtivo amore (1).
Di fronte all'amor naturale, che si legalizzava nella famiglia e dava il pieno compiacimento della vita privata, e pur di fronte all'amor naturale rediutegrato fuori della legge, il vecchio amor platonico pareva ormai insufficiente: era uno sdruscito ideale che stava per tramontare, dopo aver adempiuto il suo ufficio.
Se noi volessimo ricordare tutti quelli e tutte quelle che nel Cxjiqueeento hanno liberamente amato e liberamente cantati i loro amori, ci toccherebbe fare un catalogo abbastanza lungo; e però lasciamo da parte e il Guidicciom e il Muzio e Tullia d'Aragona e altri parecchi, per oceuparei di due sol di P. Bembo e di Gaspara Stampa.
l'ietro Bembo fu considerato nel suo seeolo come capo e maestro dei Petrarchisti: lode che gli spetta piuttosto sotto il rispetto della forma clic non sotto quello del contenuto. Del resto, il contenuto delle sue liriche, se forse ne togli il Priapus, è molto più puro della sua vita. Clic se noi non possiamo determinare la natura del suo affetto per Lucrezia, e anzi incliniamo a crederlo tutt' affatto platonico (2), certo è ch'egli amò la sua Morosità in modo del tutto diverso: del chc sono prova i tre figli che n'ebbe.
Riesce tuttavia diffìcile trovare notevoli differenze tra sonetti e le canzon dedicate alla Borgia, e i sonetti e le canzoni composte per la Morosua, ch'egli lodò viva e pianse per molli ani c già estinta. Ma ciò dipende, più che altro, dal fatto che il Bembo, quanto era buon rimatore, altrettanto era medioerc poeta: il sentimento era in lui debolissimo, ned egli lo traduceva ne' suoi versi, senza averlo prima stillato attraverso -1 frasario del Petrarca. E così accadde ch'egli cantasse la madre de'suoi figlinoli, nel modo e coi pensieri con cui il Petrarca aveva cantato quella sua mister;os asima Laura.
Carattere del tutto diverso ha una poetessa, che possiamo dire quasi sua compacsana, Gaspara Stampa, nata a Padova dove :) Bembo lungamente visse, e vissuta a Venezia dove il Bembo era nato (3). Ella s'innamorò perdutamente del nobile Collat io, dei signori di Collalto, castello in amenissima situazione a tre miglia da Conegliano; e, avutane qualche affettuosa corrispondenza, v.sse tutta per lui.
Era il natale, quando Collatino » degnò » (ella dice)
Farsi nido e ricetto del mio cuore. Da indi in qua pensieri, e speme e sguardi Volsi a lui tutti (4).
Collarino era .n condizioni soeiali superiori a lei, ed essa lieta di amarlo e di creders riamata, non sperò forse mai di diventargli compagna nella v.ta. S. contentava di vagheggiarlo e farne noto il valore e la grande bellezza:
Un intelletto angaì.zo e divino} Una rcal natura ed un valore,
(1) Opere, I, 2306.
(2) Vedi a p. 67 e segg.
(3) Nata nel 1523 e morta nel 1551,
( ti Son. 2 (125, XII, 1600).