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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   200 capitolo sesto.
   a sanare le grandi piaglie della chiosa romana. Eppure invano noi cerchiamo nelle sue rime spirituali l'espressione d'un forte convincimento o d'un verace ardor religioso.
   Talvolta ella s'anima alquanto; ma la sua animazione non è forte e durevole. Ecco, p. os., un bellissimo esordio di sonetto:
   Farmi veder eon la sua face accesa Ir lo Spirto divino, e ovunque trova Esca, l'accende, e già purga e rinnova Dal lezzo antico l'alma vera Chiesa,
   Ma il seguito non gh coriieponde :
   E i saggi cavalieri han già compresa La lor pace futura; e ciascun giova Che la guerra cominci e s'arma e prova Mostrarsi ardito a sì felice impresa.
   Già la tromba celeste intorno grida; E lor, che della gola e delle piume S'han fatto idolo in terra, a morte sfida.
   Celar non ponno il vizio a quel gran lume, Che dentro al cor penetra, ov'egli annida: Ma cangiar lor convien vita e costume (1).
   Talvolta crederesti alfine di vederla liberarsi da'suoi viluppi di pensieruzz* più o men bene combinati e rinchiusi ne'quattordici versi (2); ma ella riesce tutto al più a darti una netta imagine; al sentimento non ci arriva quasi mai. Ecco uno de'suoi migliori sonetti, se pure non è di tutti il migliore :
   Qual digiuno augellin, che vede ed ode Batter Vali alla madre intorno, quando Gli reca il nutrimento, ond'egli amando Il cibo e quella, si rallegra e gode ;
   E dentro a1 nido suo si strugge e rode Per desio di seguirla anch'ei volando, E la ringrazia in tal modo cantando, Che par ch'oltra il poter la lingua snode ;
   Tal io, qualor il caldo raggio e vivo Del divin Sole, onde nudrisco il core, Più dell'usato lucido lampeggia ;
   Movo la penna, mossa dall' amore Interno ; e senza ch'io stessa m'avveggici Di quel ch'io dico, le sue lodi scrivo (3).
   Merita appena un ricordo tra i lirici religiosi un'altra donna, Laura Battiferra da Urbino, alla quale dobbiamo una versione dei salmi penitenziali e delle odi e sonetti sacri; ne più d'un cenno meritano i pochi esercizii stilista del Bembo c del Casa in onor di Maria.
   Ricorderemo piuttosto i grossi e non spregevoli canzonieri relig osi d Grabr. ° Fiamma, vescovo di Chioggia, che si sprofondò spocialmente in meditazioni sulla
   (1) P. I. XII, 1073.
   (2) Di questi viluppi può dar saggio il son. « Fido pensier , se entrar non puoi sovente ». P. I, XII, 1082.
   (3) P. I. XII, 1077.