la lirica ghibellina.
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Egli abbia il cor, tu 'l puoi Sola pietoso far, tu sola Immite; Apri deh la gentile Bocca ove i piacer suo Tutti ripone, e co' be' detti tuoi
A te il richiama e dona Pace a l'Italia misera infelice (1).
E quando il gran Carlo volle intorno a sè ancor vivo la pace del sepolcro, e pace poi ancor più profonda si ebbe entro la tomba, la musa gentile di Bernardo trovò note vere ed elevate (2).
Sullo stesso argomento poetò anche Torquato, retoricamente, pur con sentimento alquanto più vivo delle condizioni politichi d'Europa.
I)i sostener, qual nuovo atlante, il mondo Il magnanimo Carlo era ornai stanco: Vinte ho, dicea, genti non viste unqnanco, Corsa la terra, e corso il mar profondo.
Fatto il gran re de' Traci a ine secondo, Preso e domato l'Africano e il Franco: Supposto al ciel l'omero destro e 'l manco, Portando il peso a cui debbo esser pondo.
Quindi al fratel rivolto, al figlio quindi: Tuo l'alto imperio, disse, e tua la piisca Podestà sia sovra Germania e Poma;
E tu sostien Iereditaria soma Di tanti regni, e sii monarca agl'Indi: E quel che fra voi parto, amore unisca (3).
L'idea dell unità cattolico-imperiale domina nella lirica di Torquato, non disgiunta da un vivace sentimento di grandezza nazionale. E però egli si rivolge in un altro sonetto all'imperatore Rodolfo perchè si rappaci col re di Francia, e rinnovi la guerra contro gl'Infedeli (4); loda in un terzo il pi ncipe <3 Transil-vania che aveva sconfitti (5); e s'infiamma per Alessandro Farnese e per Giovanni d'Austria, i due eroi di Lepanto (6): la sacra battaglia che lungamente cgu ha cantato anche nella Conquistata (7).
Anche decaduta l'idea mpei ^ale, sussiste, dinanzi al continuo pericolo, l'idea della guerra santa-, ed altri poeti vi animano l'Italia c l'Europa. Ricordiamo so-vratutto i sonetti e le canzoni semi-religiose d Bernardino dell' Uva, un sonetto di Dom. Yenicr, in cui annuncia alla sua 'Venezia splendide vittorie sui Turchi; e una canzone di Stefano Guazzo, che festeggia la concordia ristabilita a Genova, poiché così la gloriosa repubblica potrà difendere i suoi dominii contro il nemico orientale. E terminiamo questa troppo rapida rassegna dei cauti poi. ci italiani del cinquecento, ricordando una robusta canzone di Celo Magno, già se-^
(1) Op. cit. p. 105-7. Yeggasi anche il sonetto « Ecco scesa dal ciel lieta e gioconda », nel P. I., XII, 2189.
(2) Op. cit. p. 55-7.
(3) P. I., XII., 2431 T, Tasso ha anche un raescùino sonetto per la morte di Carlo V ; v. Opere, Venezia 1833; voi. I, p. 840
(4) Opere; I, S97.
(5) Ib., p 889.
(0) Per Giovanni d'Austria sono due sonetti a p. 851 e 889, e forse un terzo indirizzato a Napoli, a p. 893; per Alessandro Farnese ricordiamo specialmente i due soneftì a d. 887 del voi. Ideile Oper
(7) C. XX, st. 112-5.