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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   la lirica ghibellina.
   195
   gl'Indi, i Medi, e i Sciti, E i Cantabri, e i Britanni, e i Galli audaci, . .
   Questo, che ornai due mondi ha vinto e uniti Tahiti voler discordi in tante paci, Merita maggior lodi, e onor maggiori (1).
   In un altro (Son. 7), essa lo mette innanzi ad Alessandro Magno e a Giulio Cesare; ma le sue vittorie non le piacciono tanto, quanto le piacerebbe una pace con Francia, pace a euì persuadeva anehe Paolo III:
   Vinca gli sdegni e l'odio vostro antico, Carlo e Francesco, il nome sacro e santo Di Cristo . . .
   L'armi vostre a domar l'empio nemico Di lui sian pronte; e non tenete in pianto Non pur l'Italia, ma l'Europa, e quanto Bagna il mar, cinge valle o colle aprico (2).
   E la paee e l'Italia in due altri sonetti raecomanda anebe al pontefice.
   Il Trissino non è meno imperialista nelle liriche, ehe non sia noi suo poema. In un sonetto al marchese di Pescara, vineitore a Pavia, egli lo loda di avere
   con fatica immensa PÀtenuta l'Esperia in libertade (3).
   Ma anch'egli, più che altro, invoca la paee, e perchè l'Italia e l'Europa abbiano pace, si rivolge prima in una canzone (4) a Clemente VII e poi in un sonetto (5) a Paolo III. S'intende, che lo scopo della paee è sempre la guerra santa eontro i Turchi.
   Per la paee che Paolo III proeurava tra Carlo e Franceseo, scrisse una eanzone aneh 5 Bernardino Daniello (6), il quale in due sonetti si rivolge s'euramente a Carlo V, pregandolo in uno a risollevare la gloria di Roma e a sanarne le piaghe, e nell'altro invitando l'Aquila imperiale a piombare sugl'Infedeli. Riferiamo gran parte del primo:
   ' La nobil donna che, vincendo, il freno Tenne gran tempo già del mondo in mano, E fatta or serva a popol servo e strano, Sott'aspro giogo d'ora in, or vien meno;
   D'acerbe piaghe il suo bel corpo pieno, Che 'l tedesco furor fece e l'ispano . . .
   Ti scopre e prega che le saldi ornai, Sì ch'ella asciughi 'l petto e gli occhi molli, Felice, saggio e forte imperadore :
   Si dirà poi da tutti e sette i colli: Carlo, per l'orme del tuo antico vai Al ciel, già destinato al tuo valore (7).
   (1) Son. 6 (P. I., XII, 1404).
   (2) Son 4 (ib.).
   (3) Son. 56 (P. I., XII, 1442).
   (4) Canz. 9 (ib. 1461).
   (5) Son. 48 (ib. 1439).
   (6) Lucchese ; morto verso il 1545. La canzone qui accennata è a p. 1001 del P. I., dove tuttavia il v. 4 della st. 5 va corretto in « Sol per venir con Carlo e '1 buon re Franco ».
   (7) Son. 1 (P. I., XII, 998).