Stai consultando: 'Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI ', U.A. Canello

   

Pagina (195/343)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (195/343)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   la lirica guelfa.
   187
   Et hor, Italia, onde procede questo, Che un picciol Gallo, che l'altr'hier qui venne, Per ogn nido tuo batta le penne, Senza mai ritrovar se alcuno infesto?-
   Ma g'u&to esser m; par che il ciel te abbassi, Che più non fai Camill nè Scipioni, Ma sol Sardanapali e Midi e Classi.
   Altrove poi egli aggiunge ohe, se il regno di Napol è caduto, la colpa è specialmente del nuovo re, il quale non s'era fatto amare dai popoli:
   Qualunque regnar vuol senza paura Cerch l'amor de' populi, e no'l sdegno; Che chi si fonda in altro sostegno Per qualche tempo ma non molto dura.
   Scorno eterno all' Italico paese Quando fia detto, che un i cgno sì forte Contra Franca non si tenne un mese!
   Sagunto eh'Annibale havea a le porte, Per Roma, fin che puote (1), si sostenne: Che per principe buon dolce par morte (2).
   E similmente il pistoiese Antonio de' Cammelli ci ama 1' mbellc e divisa Italia,
   Concubina dì il'L da, al ciel nemica, Ch'hai dato a Vener Marte ne le mani, L s cor di a con un vel gli occhi te ntrica: Che con poca fatica, Inel transirte il Gallo le confine, Tutti e' tuoi figli diventar galline (3).
   Due principi italia»1 , perdute cosi malamente le speranze riposte in Alfonso di Napoli, parvero promettere la redenzione d'Italia dallo straniero; e tutti e due ebbero 1 ncoragf amento o il coni] anto dai nosti poeti.
   Cesare Borgia sembrò atto a riunire le forze italiane per opporle allo straniero non solo ai politici della tempera del Machiavelli, ma ben anco a n.±„. poeti. Quando giunse in Italia la nuova della sua morte animosa sul campo di battaglia in Navarra, erasi affievolita fra noi la memoi a delle sue crudeiià, e ravvvato s'era 1 compianto per l'interruzione mprov\ sa della grande opera sua; ed Ercole Strozzi, ferrarese, adoratore della bella Lucrezia, mogi : del duca Alfonso, se ne fece l'eco generale, ricavandone motivo di conforto all'afflitta sorella ch'egli profetava desti, lata a ravvivare, mescolato con quello degli Estensi, sangue animoso de' Borgia. In un lungo Ej cedio per il Valentino, egli introduce la gran Roma a lamentare del pros&iino fato dell'eroe e del forte papa Alessandro: essa prevede le rinnovate invas mi stran jre; e eh v sarà, spento Cesare, chc faccia dare il tracollo alla bilanc a, in favore d'Italia?
   Gallica concurrunt, hispanaque signa; nec alter Caesare adaequatae melior d,are pondera lancis (4)
   (1) Potè.
   (2) A. Tibaldeo, Opere; Ven. 1504, Son 219. Cfr. Carducci, op. cit.; p. 85,
   (3) Presso Carducci, op. cit., p. 80.
   (4) Strozzi Poeta?, pater et filius; Ven , 1513, p 31