CAPITOLO VI
L'IDEALE DELLA VITA PUBBLICA NELLA POESIA LIRICA (1).
Come nella poesia narrativa politica, cosė anche nella lirica polėtica del cinquecento si distinguono, rispetto al contenuto, due opposte tendenze, che corrispondono alle due correnti del pensiero e del sentimento pubblico di cui s'č d. scorso nel capitolo primo: da un canto abbiamo dei poeti che deplorano 1 nvasione straniera, la indipendenza nazionale pericolante e perduta, e invocano dalla Francia o da principi nazionali la redenzione e imprecano alle ladrerie di Spagna e di Germania; dall'altro incontriamo un'altra schiera di lirici, che tutto aspettano dalla restaurazione dell' impero, e ammirano la grande iigura d Carlo Voi' onnipotenza di Filippo II; e nella loro dominazione veggono la pių sicura guarentigia contro le minaccie ottomane. Altri, infine, di tempra pių mite, vanno gridando, fra tante armi, e fra tante rovine: pace! pacc!
Noi, adottando due termini antichi, pieni ancora di vita nel cinquecento , e non morti neppur oggi, divideremo questo capitolo in due parti, nella prima delle qua] discorreremo dei lirici guelfi, c nella seconda dei lirici ghibellini.
§ 1. LĀ LIRICA GUELFA.
La discesa di Carlo Vili era stata preceduta dalle invocazioni de' poeti d'Italia. 11 Marullo, esule greco e cittadino italiano, cantava:
Invicte magni re.x Caroli genus . . . Quem moesta tellus Ausonis hiuc vocat, Illinc solutis Grascia crinibus, Et quidquid immanis profanai Turca Asiae} Syriaeque pinguis . . . Quid coelitum ultro fata locantia Murare segnisi ... Carole} moras mitte inertes (2).
E Carlo Vili, destando non poche speranze tra i parteggianti italiani, scendeva vittorioso; ma mentre il Cieco di Ferrara lo levava al c'ilo nel suo Mam-briano (3), altri sentimenti ed altre vocisi destavano nel nostro paese, a Napoli, a Firenze, a Ferrara.
(1) Per questo e per il.seguente capitolo, quando nulla sia indicato in contrario, ci serviamo del Parnaso italiano, volume XII, Venezia, Antonelli, 1851, che citiamo con P. I.
(2) Opera; Parisiis, 1561.
(3) C. XXX, st. 1-2. Cfr. Carducci, Belle poesie latine di L. Ariosto, p. 83.