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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   il romanzo satirico.
   3 Ti
   » mostri, dagli assassini e dalle streghe. La cavalleria è l'istrumento divino con->7 tro Lucifero. Baldo vince i corsari, atterra i mostri, uccide le streghe e de-n bella l'inferno 77; ma u tutto questo è raccontato con un suono di tromba così '7 romoroso, con un accento epico cosi caricato che si ride di buona voglia a '7 spese di Baldo, di Fracasso, di Cingar e degli altri cavalieri ». Senonchè u in '7 quest'allegra parodia penetra un'intenzione ancora più profonda: la sati 'a delle » opinioni, delle credenze, delle istituzioni, de' costumi, delle forme religiose e » sociali.... I mostri, le streghe e 1' inferno non sono altro che forme religiose » e sociali, i vizi, le lascivie e i pregiudizi popolari. E come tutta questa dis» solu: one non nasce da nuova fede 0 da nuova cose enza, ma da comp uta pri-» vazione di coscienza e di fede, la cavalleria che in nome della giustizi 1 e della » virtù debella l'inferno, è essa medesima una parodia, e l'impressione ultima è » una risata sopra tutti e sopra tutto ».
   Per questo modo il De Sanctis svelava gran parte del segreto di Merlin Co-caj; mentre il Settembrini non era riuscito a vedere nel Baldo che una caricatura della cavalleria. Ma all'acutezza del De Sanctis stesso, che pur ha notato alcuni tratti assolutamente seri nel Baldo, è sfuggito il significato vero della con-clus one del romanzo , significato che getta una luce benigna su tutto il rimanente.
   Baldo, l'eroe del romanzo, dopo aver vinto le streghe e i diavoli, e dopo superati mille pericoli, arriva alle vere regioni infernali. E che cosa vi trova? Vi trova un. antro pieno di sofismi teologici e filosofici; e una zucca pena di bugie di poeti e di astrologi. Ed ecco tutto l'inferno! u Forse un altro, c ce Merlino, n canterà il tuo ritorno e la tua vittoria su Lucifero; por me, qui ho finito ». E il poeta ha finito davvero: egli ha mostrata la vittoria suprema del nuovo cavaliere: egli ha mostrato che l'Inferno non c'è: 0 che è una certa stupida cosa per la quale molti, e hanno torto, u si beccano il cervello e acchiappano mosche per aria 77. Ercole avea domato Cerbero: Baldo ha distrutto l'jiferno stesso, e per sempre!
   E che la figura di Baldo sia stata concepita dal poeta con un gran fondo di serietà, appari à più chiaro a chi consideri parecchie circostanze dell'eroe. Egli, a differenza di Fracasso, che abbonda di forza materiale e scarseggia d'intelletto (e però tutti e due sono persone disarmoniche e incompiute); egli, Baldo, è forte e ntelligente, è un essere perfettamente armonico. Nè devono far specie le molte capcstreiie che l'eroe commette nella sua prima giovnezza, in Cipada e a Mantova : il grande Sordello , a cui i birri e i pedanti del luogo vorrebbero dipingere Baldo come un poco di buono, r sponde:
   Baldi animum, Baldique valorem,
   Baldi consilium novi a pueri libus annis.
   Ingenium est homini, cum prima aetate tenelh:s
   Morbezzat, se se vitiorum inferre camino;
   mi sine cozzono fuerit nullaque cavezza
   Huc illue ruerit, fert ut sfrenata voluptas.
   At puer ingenuus, quamvis retinacula brence
   Nesc'at, illecebras seguitans, si forte virum
   Maturum semel audi&rit, lei Jerque monentam . . .
   Deposita sensim patitur feritate doceri
   Seque hominem monstrat, quem humana modestia tantum
   Eetrahit a vitio, iurisque in glutine firmat. . .
   Sic Baldus juvenis, claro de scemate natus . . .
   (C. IV, in fine).
   Ma come à questo discorso i buom Ciades cominciarono a torcere il naso) così l'avranno torto moltissimi de' lettori moderni. Non così hanno fatto i con-