172
capitolo iii.
e eli andar per il mondo in cerca di ventare; e Baldovina mette al mondo, a suo tempo, un fanciullo, Baldo, a cui, per la morte della madre, Berto fa da balia e da fantesca. Questo Baldo, fattosi ragazzetto, comincia a far birichinate e so-prus^ d'ogiu maniera: è il primo nel giuoco del pallone ; il più coraggioso nelle baruffe tra ragazzi; è insomma un piccolo demonio in carne. Un gaglioffo volle un giorno richiamarlo all'ordine, ed egli l'uccide: la sbirraglia viene a catturarlo, ma Sordello, il celebre Bordello, se lo fa rilasciare, tutto ammirato della bravura del giovinetto, e se lo educa per paggio. Crescendo cogli anni, Baldo diventa il capo naturale di tutti gli scapestrati e spiriti forti del paese, alla testa de' quali egli fa le iiehe a tutte le autorità costituite. Tra i suoi compagni primeggiano il gigante Fracasso della razza eli Morgante, Cingar (il zingaro) della razza di Mar-gutte, e Frasehctto inezz' uomo e mezzo cane (ridosso elei Pulicane nel Buovo d'Antona). Le capestrerie di questa matta compagnia disturbano i soni dell'autorità; e Tognazzo, ch'è una specie di sindaco , ordisce un inganno per aver nelle mani il terribile Baldo. Baldo si lascia cascare molto ingenuamente e generosamente (contro i consigli di Cingar) nella trappola, e dopo una brava difesa, resta aitine prigione, e viene inviato a Mantova.
E qui noi perdiamo tl'occhio per qualche tempo l'eroe prmci >ale del racconto, nel quale primeggia ora il furbo Cingar (0. vi-x) tutto intento a beffare c a rovinare i nemici di Balelo e a preparare la liberazione dell' aro1 co. E una lunga serie di quelle che noi diremmo birbonate, ma chc nel racconto del Folengo non pajono assolutamente tal , stante le qualità bestiali del contadiname sul quale Cingar esercita la sua furba perversità.
Travestito da frate egi riesce alfine a cavar di prigione Baldo: e, insieme con lui e con uno spagnuolo Lconarelo, ammiratore di Baldo, i 3sce a uscir di Mantova, e a prendere l'aperta campagna. Ed ora, dice il poeta:
Altìus, o Musae, nos tollere vela b'sognat, Valenthomin' celebranda est forza baroni', Quo non Hectorior, quo non Orlandior, et quo Non tulit in spalla portas /Sansonior alter.
(C. xi).
Giungono esg a Chioggia c simoarcano; e superata una feribile tempesta, nella quale Baldo ha strenuamente a;utato il patrono e da vero cavaliere
Dnmviodo scampentur alii, vult ipse negati,
(C. XII, c. 108).
afferrano uno scogLo, e mentre la barca s i atta, entrano in una nfistcriosa officina di fabbricatori d'oro; e Baldo, per una scala a chiocc ola, sale ai sette cieli, nell'ultimo dei quali trova Manto, che gli predice un glo. ioso avvenire, e gli recita le lodi del marchese Francesco Gonzaga. Rimesp si in mare, passano dappi ma allegramente il loro tempo coi giuochi di prestigio di Boccalo, nuovo compagno, e coi ragionamenti astrologici, pien di umorismo, di Cingar (C. XIV-XVI); ma poi sono assali da tre fuste ci p.rati capitanate da Lyronus. S'impegna la battaglia: perdono la loro barca, ma guadagnano una delle, fuste nemiche, in fondo alla quale trovano Moschino , antico loro compagno di capestrerie a Ci-pada e chc insieme con Fracasso e Frasclietto era venuto in Oriente per trovar aiuto alla 1 Aerazione di Baldo. E 1' aiuto 1' avevano trovato ; ma i pirati li avevano assa .ti: egli era rimasto prigione; dei compagni non sapea nulla. Ma poco dopo essi trovano anche Fraschette, chc, mezzo cane, notava allegramente in mare: lo tirano in nave; e poi vanno a fermarsi in un'isola, eh'è dominata da una Pandraga, meretrice e strega, la quale agguanta i forestieri e ne fa pasto