il romanzo cavalleresco.
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grande a dir vero, della invenzione non spetta che per minima parte al nostro poeta. Ci basterà ricordare che nell'Amadigi si narrano i lunghi sforzi dell' eroe eponimo per ottenere la mano d: Oriana, figlia cL L'suarte re Bi tannLt. Alla storia di questo lungo e contrastato amore s intrecciano le storie gemelle degli amori di Mirinda (iiglia anch'essa, come Amadigi, di Perion re di Gal iaj, e Ali-doro figlio del re di Scozzi; e di Fiondante figlio del re di Cast'glia per I li-dora: amori anche quest. di tutta perfezione. A queste tre storie maggiori s'aggiungono e quasi s'interpolano moltissimi c svaria fìssimi episodi nei quali l'amore è ancora quasi sempre la molla segreta dell'azione.
Ma ad onta della perfezione morale dei personaggi delV Amadig e forse appunto per questa perfezione, che esclude la poetica, il romanzo chc Bernardo Tasso sperava di dettare con piacere de' lettori e con sua gloria (1), riesce di lettura ormai faticos ssima; nè noi sapremo far nostre le parole del Ginguené, secondo il quale l'Amadigi « mei terait de sortir de 1' oubli où on le la;sse, et do reprendre le rang qu'il eut dans 1' opinion des hommes le plus éclairés et des meilleurs jugos de son siècle (2) ». Noi non neghiamo già la molta eleganza e fluidità del verso e della frase di Bernardo; e molto meno negl iamo la bellezza di alcuni luoghi staccati, tra i qua) ricorderemo per primo la desci rione del giardino e del tempio d'Amore nel canto XXV; ma affermiamo, 'strutti da una dura esperienza, che per leggere tutto il romanzo occorre ormai una schiena di vero paziente studioso. E il fatto che i contemporanei leggessero tanto volentieri questa compoi zione, e che taluno di loro la preferisse perfino al Furioso , ci proverà solo una volta di più la eccess. ra preoccupazione degli Italian del cinquecento perla vita privata, preoccupazione che non permetteva loro divedere, quella che a noi riesce penosa sproporzione tra lo scopo ossia il contenuto deale di questo romanzo e la sua colossale struttura.
Di lettura più agevole che non VAmadigi e il Florìdante chc dall' Amadigi voleva estrarre Bernardo stesso, e fu po finito di separare e stampato a parte da Torquato nel 1587 (Mantova e Bologna), o peggio il Palmerino d'Oliva (Venezia 1561) e ii Primaleone figliuolo del re Palmerino (Venezia 1562) dell'infaticabile Lodovico Dolce, riesce il Rinaldo del diciottenne Torquato (Ven., 1562).
È un romanzo del solito tipo, in cui e narra l'innamoramento del g ovine cugino d' Orlando per Clarice, sorella d'Ivone, re di Guascogna. Per farsi degno di lei, Rinaldo vuol gareggiare in valore con Orlando, e va incontro alle più difficili imprese; vince la scorta di Clarice e l saraono Isolier ; doma Bajardo; va a sostenere contro i cavalieri cristiani e saracini, nel campo di Aspromonte,
Ch'ascender non può l'uomo a vero onore
Se non gli è duce e non gli è scorta amore;
(C. vi, st. 17)
abbandona, nuovo Enea, la regina della Media, Floriana, che s'era innamorata perdutamente di lu e tutta gli si era concessa; e lioera afine Clarice stessa, che re Mambiino, altro innamorato avea rapito. Dopo tant affanr., coll'aiuto d Malaga' che consiglia di non badare all'assenza dei parenti o al loro consenti nento,
Che questi abusi sono e folli e vaw
Rispetti sol de le vulgari genti;
(( xh, st. 86).
l'innamorato t sposa la sua Clarice; anzi, lì sùbito
(1) Tirando a fin questa felice historia
Con piacer vostro, e forse con mia gloria.
(C. xxxvi, st. 1).
(2) Hi st. litt. d'Italie, v, 110.