il romanzo cavalleresco. 165
d'aver rimesso in luce il romanzo pastorale di Longo, e d'averne data tin d'allora una buona versione.
1 noipsvixx di Longo, clic si assegnano al quarto o al qu.ato secolo li Cristo, sono a dire il più piacevole e animato e ben disegnato romanzo che di tal genere si conosca; e molto gli deve il nostro dramma pastorale. — La pr na edizione del testo fu fatta a Firenze solo nel 1598; ma già nel 1569 il Grambara ne aveva pubblicata una traduzione latina in versi ; e fino dal 1530 il Caro avea comprata la sua elegante e fiori 'ssuna in prosa, quantunque ne per allora, nè per molto tempo appresso si sia creduto opportuno stamparla (1). Nel 1559 usciva quella classica francese dell'Aruyot.
§ 4. — Il romanzo cavalleresco.
Di fronte alla scarsezza dei romanzi pastorali, lussureggia e fa di sè bella mostra nel cinquecento il romanzo cavalleresco, nel quale appunto si rivelala più spiccata tendenza della vita privata in quell'età.
E come d cinquecento taliano portava quasi a matuntà l'epopea polilicancl Furioso e nella Gerusalemme, e riclaborando una vecchia materia sapea chiaramente infondervi il più alto significato ideale di cui fosse capace, rappresentandov le tendenze speciali poh ìohe della nostra naz'one e di tutta Europa; così spettò al cinquecento aliano il bel vanto di produrre i più perfetti tra i rpmane che rielaborassero la vecchia materia tradiz male del medio evo, rappresentandovi più chiaramente chc mai quell'ideale che già si mostrava, intrecciato e confuso con altri, nel romanzo medioevale di Francia, c che ora, poiché era vicino a tradursi m realtà, più potente s'imponeva alla fantasia del poeta e più facilmente era accolto dalla folla dei lettori.
Questo ideale era la naturale ricostituzione della famigl % legale; e per mostrare il valore de' nostri romanz. che l'hanno rappresentato, noi brevemsate tentiamo dapprima <3 indicarne la genesi e lo sviluppo nei precursori di Francia e di Spagna
Di fronte alle condizioni della famiglia medievale, che noi abbiamo accennate nel primo capitolo, dì fronte a una massa sociale che negli strati più bass' non conosceva più il vincolo legale del matrimonio e vigeva di venere vaga, e negli strati superiori avea matrimoni di puro nteresse mate: ale, consigliati non dall n-tima convenienza dei contraenti, ma da ragmn ponache, dal dii tto del più forte: matrimoni che si scioglievano alla prima occasione di legami più utili, mediante mille pretesti di nullità, e mediante l'ottimo pretesto che il signore feudale è più forte del prete che vorrebbe dominarlo:, mentre, 'isomma, lo stabile vincolo matrimoniale o non era più, o aveva perduto la sua base naturale, che cosa poteva far l'arte? che ideal poteva essa convenientemente proporre?
Essa prese dapprima due vie, una di tranaa: .one e una di guerra aperta a cotesto ordinamento della \ ta privata.
Tra i culti e tolleranti provenzali, specie nelle classi superiori della società chc si dilettavano particolaimente della lirica, forse per in* n ativa de preti filosofanti, si pretese distinguere in due l'essere umano: an: _ia e corpo; e ne restò come stabilito nella morale poetica del tempo, che al marito legale spi ttasse n assoluta proprietà solo il corpo della donna sposata; e alla moglie solo il corpo del marito; mentre l'ani na dell'uno e dell'altra restava liberissima di annodare degli intendimenti, dei rapporti puramente spiritua con altre anime di persone coniugate o libere. Il rimedio insomma più opportuno a quella innaturale condizionj di cose parve 1' amor platonico, che salvasse e; pra e cavoli, i iiritti materiali del marito e della moglie, e i diritti spirituali che non coli navano con quelli, e che la natura faceva risentire impe -iosi col primo rinascere della o dtà,
(1) L'edizione prima è del 1786, l'arma, Bodoni. Cfr. Ginguenè, IX, 311 in nota,