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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   (saggi di epopea religiosa.
   157
   Nei tre libri del De partu Virginio (1) si narra dapprima (1. I) come Dio si dolesse finalmente delle troppe rapine d'Averno e pensasse ai rimedi. Egli manda Gabriele ; e il novello Mercurio cristiano vola a Maria clie
   casta pudorem Servai adirne, nullos non sarvatura per anìios; QMirus amor) seninmque sui venerata mariti Exujuis deget thalamis;
   (Lib. i, v. 67-70).
   e le fa la divina ambasciata, eh' è accolta con grande tropidanza. Appena l'Averno sa del grande concepimento, n'e tutto turbato. Ne esultano invece lo anime dei giusti; e Davide ;si fa interprete de'loro sentimenti, e in un cantico animato e pieno di reminiscenze bibliche profeteggia tutta la carriera mortale di Cristo fino al momento eh' egli scenderà nell'abisso a liberare le anime de' patriarchi e dei profeti,
   Maria (lib. II) va a visitare la cognata Elisabetta ; e alle prime prove d'aver in grembo l regnatore de' cieli, è tutta in gioia eh' esprime con bella parafrasi del Magnificat. Mentre poi si viene appressando il momento del parto, ecco giunge l'ordine di Augusto per il censimento generale; e il buon Giuseppe che con la sposa s'incammina alla i ttà per darsi in nota e pagare il tributo, ricorda al cospetto delle mura di Bethlem i propri avi regali, e colla mente presaga già scorge che Roma, la gran Roma della cui onnipotenza si dà un saggio ricordando le infinite Provincie dell'Impero,
   prono veniet diademate supplex Illa potens rerum, terrarumque inclyta Roma, Et septemgeminos submittet ad oscula montes.
   (Lib. li, v. 260-0).
   Non trovando alloggu in Betlemme i due sposi si ricoverano in una spelonca fuori della città, dove Maria espone Gesù.
   Gli angcl (lib. Ili) convocati da Dio ricevono a lieto annuncio, e insieme il comando di voler d'ora innanzi proteggere la stirpe dagli uomini. La Letizia, mandata dal cielo, desta i pastori che cercano la divina spelonca ed esultando ricordano i versi virgiliani profeteggianti il rinnovamento del mondo, e offrono i loro doni. Scendono gh angioli e cantano: tutto è festa all'intorno; e se n'accorge nel fondo de' suoi gorghi anche il padre Giordano, che ricorda allora una lunga profezia di Proteo sulla vita di Gesù c sul rinnovamento del mondo per opera di lui.
   Per tal modo, con pensamento che non può non parer alto, quanto v'ha di più grande nella storia reale e nella fantastica si vuol costringere ad esaltare la nascita di Cristo: Proteo, il gran profeta, diventa uno de' tanti chc aveano prean-nuuciato il nuovo prodigio ; Roma s fa regma del mondo per inchinare i suo: sette colli al celeste bambino; e il rinascimento italiano lo canta col più belfiore della ravvivata latin ;à.
   Ciò che manca a questa epopea è il vivace sentimento, è l'amore per i personaggi che sono rappresentati, Certo il Sannazaro ha un'intima simpatia per la figura della argine ; e ne dava la prova costruendole un tempietto sugli scogli di Mcrgcllina; ed anche pei l'ingenuo eppur saggio Giuseppe sg) sente un'intima compiacenza, e lo dipinge ritraendo sè stesso. Ma egli non ha il sentimento vivo della loro importanza mondiale ; e però rimpicciolisce il suo soggetto alle proporzioni quasi d'un idillio: egli narra un episodio; ma non fa abbastanza sentire le
   (1) L'edizione principe è del 1527. Noi abbiamo sott'occhio : Actii Sinceri Sannazarii, Opera latino scripta, ecc. ; Amstelodami, 1728.