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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   capitolo iii.
   stello Areta, (Virtù) che manda le sue ancelle a far da scorta ai soldati di Belisario; un temporale distrugge la città di Gnatia (Ingordigia). Tra le città di Puglia, che volonterose si danno alle armi imperiali, è Taranto in cui signoreggia la giovinetta Elpidia, alla quale i Goti avevano ucciso il padre, e la cui madre era morta di cordoglio. Elpidia offre, insieme colle chiavi della città, la sua mano a quello tra i capitani che Belisario vorrà designare. Aspirano ad averla gli undici della compagnia del sole, che insieme con Belisario costituiscono i dodici pari o paladini di Giustiniano, Carlo Magno antecipato; e Belisario, dietro l'esempio del Carlo Magno bojardesco, stabilisce che Elpidia e Taranto saranno di chi meglio combatta contro i Goti. Ad Ancona si fa la solenne dichiarazione di guerra ai nemici; Napoli c presa; c Roma stessa, lasciata con poco presidio dai Goti, che devono difendere anche la Provenza invasa dai Franchi, manda, per mezzo del Papa, ad offrirsi ai liberatori imperiali. Ma al prosperoso procedimento dell' impresa s'attraversano ora dei motivi tragici. Nella presa di Napoli, Massenzo avea viziato una vergine in una chiesa dinanzi agli altari di Maria; e la Madre di Gesù chiede vendetta al figliuolo, che a malincuore la concede, permettendo che risorga la fortuna dei Goti, i quali, baldanzosi per la vittoria su. Franchi, tornano alla volta di Roma. Ed ecco che in questo frangente viene a mancare agl'Imperiali il loro più valoroso capitano, Corsamonte. Questi, infatti, a Napoli aveva ucciso il goto Tebaldo, l'uccisore del padre di Elpidia; la quale, avuta notizia del fatto, s'innamora d lui, gli manda in dono una veste trapunta, e lo chiede in isposo a Belisario, disposto a concederglielo. Ma si oppongono gli alti 1 della compagnia del sole, in ispecie Aquilino. Corsamonte s' adira delle opposizioni, viene a lotta con Aquilino e lo ferisce sotto gli occhi di Belisario, che allora gli nega Elpidia. E Corsamonte coll'amico Achille lascia Roma, e si ritira verso il promontorio Circeo, dove sta una fata cieca, Plutina, ch'egli spera di guarire, e averne poi da essa ajuto per ottenere Elpidia. Intanto i Goti s' avanzano, occupano Ponte Molle: fuori di Roma si viene a battaglia; Massenzo vi è ucciso, e Belisario è costretto a rifuggirsi dentro le mura. Comincia l'assedio, che s i fa sempre più stretto; tanto che i Romani deliberano di mandar a placare Corsa-monte, il quale però resìste alle loro preghiere. Si stabilisce allora di far venire da Taranto Elpidia, e col mezzo di lei ricondurre al campo l'irato guerriero. Intanto i Goti s'apprestano a dare un assalto generale, che tuttavia viene respinto. Il bisogno intanto in Roma è così grande che si devono mandare tutte le donne e vecchi, dannoso mgombro, a Capua e a Napoli. S'aggiunge il tradimento di papa Silvcrio, che tenta di dar la città n mano de' Goti. Ed ecco che appressandos un soccorso di vettovaglie, condotto da Narsete, i Romani costringono Belisario a fare una sortita: Aquil'no ed Agrippa (goto convertito all'idea imperiale) cadono per mano di Torrismondo, duca d'Aquileja; Belisario è ferito, e Narsete a grande stento riconduce i suoi a salvamento in città. S'aggiunge che Elpidia, la quale veniva alla volta di Roma, chiamata da Belisario, è sorpresa da Torrismondo e condotta prigione. Se non che questa nuova disgrazia 3: muta n ventura, perciò ehe Corsamonte saputa la cosa, corre a Roma, si rappacia con Belisario, ed è uù che mai disposto a combattere nuovamente co' suoi per liberare la diletta Elpidia. Dopo una breve tregua per seppellire i morti, s. riprendono le armi: è Achille, l'amico di Corsamonte, sfidato dal goto Argalto, lo uccide; ma poi è ferito a tradimento da un arciere. Si mescola generale battaglia, nella quale i Goti hanno la peggio, incalza i come sono da Corsamonte, che quel giorno avrebbe ucciso anche Torrismondo, se l'angelo Latonio non gliel'avesse sottratto: i Goti sono ri-cacciat. entro il loro vallo. Il giorno appresso Corsamonte esce solo e viene a duello con Torrismondo, clic dopo mtrepida difesa cade. Allora tutt
   i i Goti di sperati piombano addosso al solo Corsamonte, che si sostiene finche giungono i Romani. Vitige, re de'Goti, è costretto a ritirarsi co'suo alla volta di Ravenna. La viatoria degli Imperiali è piena, sebbene funestata dalla morte del loro eroe