l'orlando furioso li gli altri poemi del ciclo carolingio. 123
ìì teria secondo lo spirito del romanzo medioovale; non solo l'Ariosto, per amore •,ì della poesia classica e della verità, ch'è poi in fondo una cosa sola, riduce alla ìì giusta misura umana parecchi dei caratteri inventati dal Bojardo: — l'Ariosto » veramente capovolgo la concezione che della vita s'era formato il Bojardo (1) ìì. 11 Bojardo, consentendo alla vecchia tradizione della vita italiana, esaltava l'amore come causa d'ogni opera illustre; l'Ariosto, vogando animoso contro la grossa e impetuosa con ente, vuol preparare tempi ed uomini nuovi, e grida infamia l'amore, .isegna agli Italiani dove stia il loro lato debole, e e sforza di farli assurgerò al concetto che della vua aveva insegnato Virgilio.
Ma se le condii..'mi di questa età ci danno per un lato la misura del mento dell'Ai .osto, esse ci mostrano anche dall'altro fino a che punto fosse a lui lecito d'arrivare; esse ci rivelano la ragione intima, per la quale egli, pur lottando contro la corrente generale, non riuscisse a sottrarvisi del tutto. Egli vuol disciplinare la materia tradizionale poetica sotto il concetto virgiliano; ma se questo è ben fermo nella sua mente, non è fermo del pari nel suo sentimento ; e di tratto in tratto si rifa vivo e prepotente n lui un concetto diverso, il concetto che avea dominato il Bojardo. L'Ariosto ha concepito un poema; ma poi sente che il poema non gli basta, che non esaurisce tutte le intime aspirazioni dell' animo suo; e però vi appicca il romanzo, \i appicca una bolla serie di novelle, in cui trovi la sua rappresentazione anche l'altro ideale. Egli sente che la vita pubblica dovrebbe più e meglio interessare gl'Italiani ammolliti; e ve li anima però col poema; ma egli sente al tempo stesso i diritti della vita privata, e, raffrontandoli a quelli della pubblica, e' non sa più risolversi, e dare ai primi, come avea fatto Virgii'o, la sua preferenza sempre e in qualunque caso. E però egli viene quaf' a patt con sè e collo spirito dell' età sua, e giustappone il poema e il romanzo.
E così noi vediamo come la vecchia e dibattuta questione letteraria dell'unità del poema aiiostesco, che in via letteraria già più sopra abbiamo nsolta, assuma qui agli estremi una sembianza e valore tutto diversi. Sott'essa noi vediamo agitarsi la questione dello spirito di tutta quanta l'età dell'Ariosto. L'Ariosto non ha fatto un poema puro, con unità perspicua e sicura, por la ragione che, di frammezzo all'Italia del secolo XVI esordiente, egli non ha sicuro, come la percezione, il sentimento di ciò che sia opportuno di fare; per la ragione che la preoccupazione degli interessi privati era allora in Italia sì viva e tenace, che anche i migliori, pure scorgendo altri interessi più alti, non sanno e non vogr ono rinunciare ai primi.
E s noti, per ultimo, la meravigliosa analogia tra la composizione poetica ch'è riuscita all'Ariosto, e la composizione politica del nuovo Carlo Magno ch'egli inconscio cantava. La. composizione poetica dell'Ariosto è mista di poema, di romanzo e di novelle: non ha, nel suo nsiome, alcuna unità vera e propria; non ha ben salda e perspicua nemmeno l'unità della parte che costituisce il vero poema; ha le apparenze d'un ammasso capriccioso di avventure appiccate ad altre avventure; è incerta e bizzarra nel suo svolgimento; è frivola alla superficie, seria, amri tragica nel fondo. Così la compoisizione politica d'Italia e d'Europa per opera di Carlo Y mette capo ad una grande unità, ma ad unità mal Sicura nel tutto e nei singoli stat. che ne vengono a dipendere: il nuovo grande stato colla base regale in Spagna, e colla baso imperiale in Germania, con base mista in Italia, pende lì incerto della sua natura, del suo carattere prevalente germanico o neolatino; e tutto appare frammezzato e diviso da staterelli e governi semiliberi, che si possono e si vog. ono alla prima occasione staccare, come episodii, dal gran corpo. Esso ha apparenze bizzarre, e a prima giunta lo s direbbe la fantastica creazione
(1) Da un nostro articolo sullo Fonti del. Furioso ilei Pt,ajna, inserito nella Zeitschrift filr roma-msche Fhilologie, Halle, 1877, voi. I, p, 127.