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capitolo iii.
romanzi bretoni e dei romanzi classiei seriori, riprende il naturale sopravvento ; e tutti i suoi raceonti s'indirizzano a mostrare elio Amor omnia vincit, lasciando intravvedere eome euriosa ma legittima conclusione che anche l'amore di Orlando per Angelica deva riuscir giovevole all'impresa cristiana. La stessa incertezza e confusione, che è nel racconto del Bojardo, sta anehe nel eonectto o nei concetti ehe dovrebbero dominarlo.
L'Ariosto ha la mente più positiva e matura; e poi egli vive in età che l'esperienza ha meglio ammaestrato. Egli, oltre che l'arte di Virgilio e di Ovidio, ha chiari e distinti nella sua mente anehe i due concetti ovidiano e virgiliano; e sotto quei due concetti disciplina nell'ottimo dei modi imaginabib la materia carolingia c la bretone. La leggenda e i poemi carolingii narravano di guerre tra Carlo eapo della cristianità e Agramante ed altri re, conduttori di Pagania; e insieme narravano di vassalli superbamente ribelli al loro capo naturale, l'imperatore. E l'Ariosto, .spirandosi, come vedremo più tardi, ai bi&ogni del tempo, s'appiglia a quell' ordine di narrazioni carolingie che esaltavano Carlo vincitore dei Pagani.
Il ciclo bretone conteneva specialmente due ordini di raeeonti in eu si esaltavano due ideali divers. negli uni si idealizzava l'amore appassionato, eostante per la donna ehe il gius positivo aveva assegnato ad altri, ma che iJ gius naturale cercava quasi di rivendicare; il tentativo, insomma, di abbattere la veechia famiglia corrotta; negli altri si idealizzavano i tentativi di costituire sulla sana base dell'affetto reciproeo di due persone libere la nuova famiglia legale (1). E l'Ariosto che fa? Egli, con mirabile buon senso, intreccia il bellissimo tra i nostri romunz, in cui appunto, come vedemmo, idealizza ed esalta gli sfors < v rtuosi di Ruggero e Bradamante per costituirsi in famiglia; e profitta poi dell'altro ordine di raeeonti, 'ehe orinai rispetto alla vita privata aveano raggiunto il loro obbiettivo, per trarne l motivo tragico del suo poema carolingio: gli amori disordinati e incestuosi di Orlando e di Rinaldo saranno d impaccio al buon andamento dell'impresa cristiana.
E così egli compone il suo Furioso di tre elementi principali: 1'elemento carolingio, il bretone, e il elastico. Dal eielo carolingio egli desume il fondo e la eornico del suo poema; dal ciclo bretone desume il suo romando- moltissim epi-sodii, e quello ehe tragieamente s'attraversa al raeeonto del poema; dal cielo elasneo o meglio addirittura dai poeti classici egli desume, oltre l'arte di rappresentare, il coneetto fondamentale del poema.
Questo, in generale, rispetto ai suo predceessoi i. La questione speciale delle sue fonti non può essere toeeata in questo libro^ ed è stata già ottimamente trattata da alt. i. A noi basterà ricordare che l'Ariosto, il quale fu pur tanto lodato per inesauribile fantasia, quasi nulla di nuovo ha inventato, ma tutto ha ricomposto novellamente eon veeehi clementi; così ehe lo stud.o delle sue fonti è diventato nel lavoro del Rajua uno studio minuto u sul meccanismo dell'inven-
contraddice alla sua tesi fondamentale che esalta l'amore. P. I., c. I, st. 3, è detto che Turpino noD parlò di questa storia degli amori di Orlando
Credendo forse a quel conte valente Esser le sue scritture dispettose.
Poi apertamente dice il Boiardo che Galafrone mandasse Angelica ai danni di Carlo e della Francia; Malagigi
conobbe quasi alla scoperta Re Carlo morto e sua corte deserta.
(p. i., c. i, st. 36)
E pur mentre il poeta confessa di non saper cantar altro che storie d'amore e guerre di giganti, conosco e rimpiange argomenti più degni, P. II, c. XXII, st. 2-3.
(1) Qui non facciamo che accennare ciò che sarà svolto nel capitolo seguente, dove si tratterà del romanzo cavalleresco.