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CAPITOLO III.
sternazione per tutta la corte; grandissima per Luerezia, che si trovava isolata, senza appoggio, ed esposta forse al pericolo d'un ripudio. Sino a quel punto infatti la molta potenza della sua famiglia lo avea fatto perdonare tutte le voei si nistre eh'erano corse sul eonto di lei: ed ora essa già eomineiava a far rieonuseere il proprio grande valor personale. Ma i Principi di casa d'Este, Alfonso in ispecic, non brillavano per cortesia di modi; ed è faeile immaginare che più d'una dura parola le sarà risonata agli oreeebi, ora eh' era improvvisamente mancata la eausa del suo attuale inalzamento. Lucrezia, oltre a eiò, doveva essere in angoscia per le sorti incerte del fratello Cesare, e non meno per quelle di due suoi figliuoli elio aveva lasciati a Roma, destinati forse a seontare le veechie colpe della loro casa.
Il giovine amante le fu largo, in questa occasione, di tutto il conforto clic le poteva dare. Corse subito a vederla ; ma la commozione non avendogli permesso di esprimerle tutto l'animo suo, il giorno appresso le seriveva:
u Io venni bene jeri a V. S., parte per farle intendere di quanto affanno e 17 cordoglio m'erano le sue disavventure, e parte per confortamela, come io po» tessi il meglio, e pregarla a darsene paee, intendendo io ehe voi ve ne affliggevate 17 oltre modo. Ma non m' è venuto fatto potermi in eiò soddisfare, nè nell'una cosa 17 riè nell'altra. Che tosto che io vidi voi in quelle tenebre e in quel nero drappo » mesta e lagrimosa giaeere, ogni senso mi i ristrinse nel euore, e stetti buona n pezza senza poter niente dire, o almeno senza saper ciò ehe io mi dieessi. E 17 più tosto bisognoso io di conforto, ehe possente a darne altrui, eonfusa l'ai* ma n dalla pietà di quella vista tra mutolo e scilinguato mi dipartii: Sjecome vede-17 sto o poteste vedere .... In quanto poi alla consolazione e conforto, altro non n so che dirvi, se non ehe vi ricordiate, che ogni nostro dolore ammollisce e fa >ì minore il tempo, il qual tempo indugiare e non prevenir col consiglio tanto più n a voi si disdiee, quanto da voi maggior prudeuza è aspettata, la quale per le n cotidiane pruove della vostra virtù s'aspetta sommissima in ogni avvenimento il e caso. Che se bene ora voi quel vostro eosì gran padre avete perduto, ehe » maggiore la fortuna medesima dare noi vi potea, non è pereiò questo il primo n colpo ehe avete dalla vostra nemiea e maligna disavventura rieevuto. Anzi dee n oggimai l'animo vostro avere fatto il callo alle pereosse degli avversi casi, tante ;; e sì gravi n'avete voi sofferute per l'addietro. Oltra che, perciò ehe eosì por-i7 tano per avventura le presenti condizioni, ehe si faeeia, non è da commettere, il che alcuno creder possa, che voi non tanto la eaduta, quanto ancora la stante 17 vostra fortuna piagniate. Ma per avventura io sono poeo prudente, che. a voi 17 queste cose serivo. Perehè farò fine umilmente raecomandandomivi. State sana. iì A'2 d'agosto 1503. In Ostellato (1) ».
Questa lettera, sotto le apparenze compassate e retoriche, diee pur qualche eosa di vivo e vero : e vivo è in ispeeie quoll'aecennare oscuramento al marito e ai nuovi parenti, presso i quali non pareva molto « stante ri la fortuna di Lucrezia.
Noi non possiamo perseguire in tutte le sue fasi lo svolgimento di questa passione; meno ancora possiamo dire qual grado d'intimità raggiungessero i rapporti fra i due. Grià pi sa: n cosiffatte faccende molto più s diee che non si faceia ; ma molto anehe si. fa più che non si diea. Noi tuttavia, volendo appoggiare ii nostro giudizio sui doeumcnti aneora esistenti e sullo studio generale dell'indole del Bembo e della condotta di Lucrezia a Ferrara, inchiniamo a credere presso
(1) Questa lettera, in tutte le edizioni da noi riscontrate, reca la data del 2 agosto; ma poiché la morte del Papa cade il 18, è evidente l'errore o del Bembo stesso o degli stampatori. E poiché la nuova della morto dev'esser giunta a Ferrara il 20 o 21, essa lettera sarà con grandissima probabilità del 22. Ora noi abbiamo invece del ventidue il biglietto del Bembo malato alla duchessa, che il giorno innanzi era stata a visitarlo ; nè pare che con tali novità per la mente Lucrezia potesse pensare a visite siffatte; o che il Bembo, scrivendole, non gliene toccasse punto. E tutto fa credere che le due lettere del 2 e del 22 agosto si sieno, nelle stampe, scambiata la data.