LA VITA DI LODOVICO ARIOSTO. 57
degli austeri dell'età nostra, clie i figli delle loro governanti gittano all' ospizio se la paura non li ha fatti gittar prima in luogo peggiore. iSè l'avere fig r mirali, che per norma s legittimavano, era punto indecoroso allora, stante la quenza dei matrimoni! segreti, il cui effetto era un numero straboccò , KrttUi ^bbia legittimità. Un altro figliuolo illegittimo, Virginio, ebbe l'A sto nel lo09 da un Orsolma Vitali da Migliarino, sposata ,oi a un Mala ise, r 3 mo di casa Ariosta; e 1 uno e l'altro furono da ui legittbr iti.
L' Ai usto era già noto ai signori Estensi, e per via del padre, e per aver preso parte alle recite di Co. te, e per aver cantato in versi feti gli ; ,ve i-menti della casa ducale. Così, sui primi del 1502, quando Lucrezh Boi- av a sposa n principe Alfonso, egli aiM mescolata la jua voce d'encomio a quella degli altri poeti suoi amiei ; e nel 1503, quando il cardinale Ippolit fu r >M 0 vescovo di Ferrara egli dettava, scherzando sul nome d'Ippoli 0, un péri n ma gratulatorie (1). Sulla line di quest'anno, l'Ariosto entrò direttale: ,e ai -yJ del Cardinale, che gl fece assegnare in benefizi! e rendite ecclesiastiche per
lire marchesane 210 all'anno, vale dire 1200 lire di nosl ........ ser CL
putare la differenza del valore, il Cardinale avrebbe desiderato che l'Ariosto entrasse negli ordini, poiehè in tal caso avrebbe potuto fargli anche Isftl t h larg- t ); ma il giovine po3ta, che s. conosceva mutevole d'indole, ed era onestissimo e amava 1 sua ibertà, ricusò, contentandosi di vestir 1' abito clericale e di sottoscriversi preslyter (3).
se rigi, che 1 Ariosto dovea prestare al Cardinale e alla Corte, non erano ben determinati : varavano secondo 1' occasione e secondo la fiducia eh &i riponeva in lui. Così, nel 1507 lo troviamo inviM alla buona, b, la e culi mar* chesana di Mantova, sorella d'Ippolito f d'Alfonso, per congratula « con fi d'un parto leiiee.* la marchesana, nel licenziare l'Ariosto, ringrazia per lettor0 il Cardinale, tt a ei e inviato un sì caro ambasciatore, col quale s' Jra p giorni piacevolmente trattenuta in gentili ragionamenti, voltando ,1 un d'alcune parti del Furz S0 gia scritte, e col farse, divisare le rimanenti. .Nel ^ 0 poi queU anno, Lodovico aceom. agnava : Cardinale a Milano, dove qi 11 recava
,Oredofe ?n (4)< P€- 11 1507 P0i C-[Ì S 1 ' 1 assai ranquilk» a
/ °CCUparS1 del teatro, graditissimo di ver cimento della Corte ; e ne marzo vi taceva rappresentare la Canaria in prosa, alla quale, nel febbraio dell : ino seguente, tenevano dietro i Suppositi (5). i«°Drajo
1 a oIL ™ P1'CSt° ¦ira11fUa fu dovuta «Pendere in ben altro che in comedie !
derfrnarterUTie?'iaAV,a; mt°rn° 5 6 an*e 1 di FerrarS ^ ett -en-
11 du( AlfTS0'. e come vassallo del Papa, e come -et h , nemico d 3z,J aderì ben volentieri alla lega di Cambrì, Jfnza tut ai prender
lelln nPi ; Pei; conto proprio, alla gu a. Si 3hiarò dopo la otta di Agnf
K lì: rJfJV S^aJutat0 dai francesi, occupò il Polesine e Rovig< mentre il rapa recuperava le su, terre di Romagna. f
e avrebbe0' I S^0 11 ÌnCllnava a I1 la Pace con VoneH
pendevano i1 P r * d? d\ Ferrara l\mettessc Per la ¥ ™ via. Or mentre
dael ImnerLi; 1 V enetiam' ^neliè S*a® da ogni parte dai Fra cc i e
ifXro*f% + ?np COrp° * 30ldati alla riconquista del Poi ne, e
un momL?n 1, V '* tredÌCÌ ^ Ja Ferrara (22 * vi re . F
E'Tv ^ Jf 1° prepid^Te 5 6 11 duCa Alf0nS0 si ri™3 1 f ato ^ suoi alleati, 1 Iranccsi e il Papa. Egli è in questa circostanza he l'Ariosto, il qua)
(1, Carducci, p. 137.
(2) Campori, p. 24.
(3) jampori, p. 30, in nota, (i) Campori, p. 33-4.
(5) Campori, p 67. 71. Casello,