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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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a cura di Federico Adamoli

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   LA VITA DI FRANCESCO GUICCIARDINI.
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   L'accortezza del Guicciardini rimediò in parte all'imprudenza del Papa: egli ritardò quanto più potette il suo ritorno a Piacenza; e lasciò poi, pagato dal Papa e da' Fiorentini, Giovanni de' Medici al campo, quale soldato di Francia. Solo agli 8 d'ottobre egli si ritirava a Piacenza. Il Papa stesso si persuase alfine clic la tregua era tutta a suo danno ; e il 21 novembre la ruppe, facendo una guerra di cstcrniinio ai Colonna.
   Se non che intanto la fiotta spagnuola stava per arrivare; e di Germania discendono, contro la generale aspettativa, i lanzi raccolti dal Frundspcrg. Il Guicciardini tenta invano di assicurarsi l'ajuto o almeno la neutralità del duca di Ferrara, a cui ora alfine il Papa è disposto a restituir Modena: troppo tardi. Il 25 novembre, arrivato a S. Giovanni e diretto a Ferrara, colla speranza di conchiudcre 1' accordo, il Guicciardini è arrestato da un messo del duca chc lo avvisa come Carlo V l'avesse prevenuto, offrendo l'investitura di Modena e Reggio, e la figlia Margherita per il principe Ercole. Per colmo di sventura, Giovann de' Medici, nel dar la caccia ai lanzi, è ferito in una gamba il 24 di quel mese e muore il 30. La fortuna, al solito, stava per il più forte, stava apertamente con Carlo V, il più grande rappresentante della tendenza del rinascimento all'unificazione politica.
   I lanzi del Frundsperg passano ,1 Po , s riuniscono cogli Spagnuoli del Borbone, e fermano per qualche giorno, incerti della via da pigliare. Il Guicciai'-dini si prova dì allettarli all'assedio di Piacenza; invano il duca di Ferrara instava perche gli acqi ^tasserò Modena : essi cercavano terre più facili c ricche. Parve .apprima mirassero a Firenze; poi, forse pel consigli.» del duca di Ferrara, rivolsero il pensiero alla Romagna e a Roma.
   Allora anchc il Guicciardini, chc vede i Veneziani, già una volta lasciati in asso dal Papa, poco disposti a soccorrere Romagna e Toscana, comincia a persuadeva della necessità d'aveve, a qualunque patto, un accovdo; e d 5 gcnnajo scrive da Pavma: u Veggo che se Nostro Signore fa accordo, è rovinato; se non lo fa, » tocco con mano 1' ultima destrui 'one di Sua Santità e nostra (1). » E intanto chc l'accordo si tratta a Roma col vigere Lannoy, il Guicciardini fa del suo meglio per persuadere il duca d'Urbino a proseguire con calore la guerra, e di sua propria autorità gli fa sperare il riacquisto di S. Leo.
   Alla fine il Borbone si leva d sotto Piacenza il 23 febbrajo, e secondo il disegno del duca d'Urbino, invano avversato dal Guicciardini, 1' esercito papale co' Francesi precede i lanzi e munisce Bologna e le altre città di Romagna; mentre le truppe venez ,ane rimangono alle spalle del nemico. Le intemperie arrestano più giorni il Borbone sotto Bologna; le discordie e il difetto di denaro e di viveri, pare debbano di giorno in giorno scioglierne l'esercito. Tale è la speranza di molti. Ma il Guicciardini il 14 marzo da Bologna scrive a Roma: u Io non so i inali chc » saranno facendo l'accordo ; ma non lo facendo, non veggo altro chc male gran» dissimo e ruina (2). n Finalmente giunge il 19 1' annuncio della tregua combinata a Roma tra il Papa e il viceré. Ma ai 25 il Guicciardini è già sicuro che il Borbone non la vuole o non la può accettare; e il 29, avutone avviso sicuro, scrive a Roma che si risolvano di far cardinali e quattrini e ritengano il viceré , e operino per disperati.
   Nuova speranza d' accordo nacque allorquando il viceré venne a Firenze (6 aprile); e il Guicciardini che non ha denari per pacare gli Svizzeri, che non ha fede alcuna nei soldat del marchese eli Saluzzo, chc diffida del duca d' Urbino, scrive a Roma l'undici di questo mese: a Dio m'è testimonio, eh' io muojo ogni dì » mille volte trovandomi in tanti caos, neccs. tato a pensare e importunare ogni » minima cosa, e alla fine impotente a farla eseguire.... E in queste ambiguità n vostre e diffidenze di altri, veggo che o sarete presi una mattina nel letto, o
   (1) Op. in., V, 121.
   (2) Op. in., V, 236-7.
   C anello. 7