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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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   CAPITOLO III.
   deggiare di easa medieea, quando il cardinal Giovanni venne assunto al pontificato, avea dato sì larghe speranze fi onori e di lucri, da facilmente far dimenticare quel po' di libertà politica a eui Firenze doveva rinunciare.
   E tra Roma e Firenze furono d'ora innanzi divise le ambizioni del Guicciardini, spinto dalle circostanze d'Italia e da interessi privati a farsi il più utile servitore de' Medici.
   Agli ultimi di novembre del 1515 papa Leone, che fin allora, senza apertamente scoprirsi, aveva inclinato verso Spagna ed Impero in lotta con Francia, spaventato dalla disfatta di Marignano (13-14 settembre), si reeava a Bologna per accordarsi eon Francesco I. I Fiorentini mandarono una deputazione fino a Cortona per accogliere il Papa, che tra le acclamazioni entrava a Firenze il primo dieembre. 11 Guieeiardini era stato fra i deputati; e seppe così bene mettersi nelle grazie del'generoso pontefice, ehe n'ebbe poco dopo il tìtolo di avvocato concistoriale; e eon lui potè andarsene a Roma, di dove nel giugno del 1518 fu mandato governatore di Modena e Reggio, strappate già da Giulio II al duea di Ferrara e riunite allo stato pontificio.
   Quivi per qualche tempo la sua attività fu tutta spesa nelle eose dell'amministrazione; ma nel 1521 egli ebbe campo di mostrare la sua abilità in faecende di maggiore importanza. Papa Leone, tenendo a bada con belle parole Francesco I, s' era segretamente legato col nuovo imperatore Carlo V, per cacciare di Milano i Francesi e riporvi lo Sforza, e acquistare alla Chiesa Parma e Piacenza. Il Mo-rone menava la pratiea per conto dello Sforza; e il Guicciardini da Modena spendeva i denari del Papa per fermare fanti, ehe, unendosi ai fuorusciti milanesi nei pressi di Reggio, fossero pronti ad assalire improvvisamente Milano. Fidando nell'inesperienza militare del Guicciardini, Lescun, governatore di Milano, tentò il 24 giugno di sorprendere Reggio. Mail Guicciardini avea previsto ogni cosa: Guido Rangone era capitato a tempo da Modena, e la eittà era pronta alla difesa. Il Loseun stesso, anzi, fu per un momento prigioniero del Guicciardini, che tuttavia
   10 lasciò andare per non voler di troppo scoprire il gioco del Papa (1).
   Ben presto si venne a guerra aperta; e il Guieeiardini ebbe la potestà suprema di comandare a tutte le genti della a Chiesa, n con il titolo di u eommis-» sario generale dell'esercito, ma sopra il consueto dei coinmissarii eon grandis-» sima autorità » (2), la quale tuttavia gli venne presto effettivamente scemata per la venuta al eampo del cardinale Giulio. La fortuna arrìse alle armi dei confederati: Milano fu occupata il 19 novembre; e prima di morire (1 dicembre) papa Leone avea avuto la nuova ehe Piacenza e Parma erano tornate a) obbedienza della Chiesa.
   Se non che la morte del Papa metteva in dubbio tutti i vantaggi della guerra.
   11 cardinal de' Medici volava a Roma colla speranza di suceedere allo zìo; e il Guicciardini, ehe nulla d meglio poteva desiderare, poneva tutto il suo ingegno a salvare le fatte conquiste fin a tanto ehe fosse nota la nuova elez'one. Tentarono, infatti , i Francesi e i Veneziani condotti da Lautrec di riguadagnar Parma sguernita di Svizzeri; e por un momento il Guicciardini si vide perduto. Ma egli seppe poi rianimare i cittadini e obbligarli a difendersi da so; e dopo un vano tentativo d'assalto (22 dieembre), i Francesi dovettero ritirarsi. Federigo da Bozzolo, ehe avea consigliato l'impresa, ebbe poi a dire « nessuna eosa in questa spe-n dizione... averlo ingannato, se non il non avere creduto che un governatore non » uomo di guerra, e venuto nuovamente in quella città, avesse, essendo morto il » Pontefice, voluto più presto, senza alcuna speranza di profitto, esporsi al peri» colo, che cercare di salvarsi, potendo farlo senza suo disonore o infamia al-n cuna (3). »
   (1) Guicciardini, Storia d'Italia, lib. XIV, cap. I (voi. Ili, p. 210-2).
   (2) Op. cit., lib. XIV, cap. II (voi. Ili, p. 210).
   £3) Guicciardini, Storia d'Italia, lib. XIV, cap. IV (voi. Ili, pag. 249).