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CAPITOLO III.
checche se ne dica, da quelli che intercedono fra individuo e individuo) o da tanaglia a famiglia, u Parve a me sempre che il Machiavelli conoscesse gli uomini » meglio che l'uomo, gli conoscesse per quello che fanno essi in comune e che n importa direttamente alla vita pubblica; ma non gli guardasse o intendesse per » quello ehe sono, ciascuno in se stesso, e in famiglia (1). » Vi sono uomini di grande valore, che nulla intendono delle cose di stato ; nè noi, pur notando il difetto, crediamo perciò distrutto ogni merito loro. Vi sono altri, e in numero ben minore, che nella loro vita politica si guadagnano il plauso di tutti; e ricercati nella vita privata, riescono inferiori al più modesto borghese: la storia recente ce ne ha ciato esempi solenni, ce ne ha dato l'antica.
Il Machiavelli appartiene un poco a questa classe. Non già eli' egl fosse, come altri hanno detto, uomo di costumi perduti: noi abbiamo document per affermare eh' egli era ottimo padre di famiglia, e che per la sua donna egli ebbe affetto e fiducia ; ina altri documenti ci attestano del pari che, fuori di casa, nelle combriccole allegre, egli si scordava non solo d' essere il segretario della repubblica, ma anche d'esser padre e marito. I vincoli di famiglia non sembrano essere stati mai troppo forti per lui. Della madre, mortagli nel 1496, egli non ci dice mai nulla; del padre, mancatogli nel 1500, ci dice assai poco. Nel 1502, due mesi forse prima di partire per la legazione al Valentino ad Imola, egli sposava Manetta Corsini ; ma questo matrimonio non gli faceva smettere le abitudini un po' sciolte della vita da giovinotto. Durante 1' assenza, non le serivo direttamente, e la lascia anche in qualche strettezza pecuniaria. Egli stesso, del resto, era sempre assai corto a quattrini. Perduto l'ufficio nel 1512, egl cerca di cacciare i pensieri malinconici spassandosela cogli amici presso qualche fanciulla di facili costumi. Solo più tardi, quando dispera di riavere l'ufficio, ei ritira colla sua brigata, alla quale egli spendereccio è di peso, in campagna.
E qui certo piacerebbe a più d'uno vederlo, tutto raccolto da modesto borghese nella sua famigJiuola, trovarvi un ristoro alle altre sventure. Ma il Machiavelli , pur avendo cura del u paulolo patrimonio » e della brigata abbastanza numerosa, se la passa grossamente all'osteria, e gli par solo di vivere quando conversa con gh antichi scrittori, o quando coll'amico F. Vettori, ambasciatore a Roma, si prova a rifare la faccia politica del mondo. E a cinquant' anni s' innamora come un giovinotto; e ad amare, seriamente e leggermente, consiglia l'amico: e leggermente anch'egli ama la Barbara , una musicante ed attrice, che aveva avuta molta parte nella recita della Mandragora.
Certo ej.ii non aveva tutto il .torto, quando scriveva al Vettori: « Chi è n tenuto savio il dì, non sarà mai tenuto pazzo la notte.... E chi è stimato uomo » dabbene e che vaglia, ciò ch'e, fa per allegrare l'animo e vivere lieto, gli ar-» reca onore e non carico (2). » Ma passa i limiti di sicuro, quando allo stesso Vettori, per iseusare il diverso colore delle loro lettere , delle quali una pagina è dedicata all'alta politica e l'altra a frivoli amori, si richiama all'esemplare della natura u ch'è varia; e eh imita quella non può essere ripreso. »
Ad onta però di questa sua facilità di costumi e larghezza di coscienza rispetto agli obblighi maritali, egli s. mostra in più circostanze affettuoso con Monna Marietta e più coi cinque figliuoli, una femmina e quattro maschi, che ne aveva avuti. Nell'aprile del 1527, di tramezzo alle ansie cagionategli dal procedere del Borbone, egli scriveva da Bersighella al figliuolo Guido una lettera affettuosa, che si chiude così: « Bacia la Baccina (3), Piero e Totto, 1 quale avrti caro n intendere se egli è guarito degli occhi. Vivete lieti e spendete meno che voi
(1) G. Capponi, Storia della repubblica di Firenze, II, 305.
(2) Machiavelli, Opere, II, 600.
(3) Liartolomeaccia, onde Baccia Baccina. Il Ginguénó, Vili, 04-5, si confonde, credendolo uno scorcio di Bouifacia,