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CAPITOLO III.
gli oeclii sul giovine Giovanni de' Medici, erede d'un ramo secondario della gloriosa famiglia.
Tra questi c'era il Machiavelli, che dal giovine soldato sperava vedere svolgersi un dì il suo Principe italiano. Giovanni dc'Medioi, escluso dal governo, si consacrò più che mai alla milizia, della quale dovea farsi tra breve una delle più belle illustrazioni. E il Machiavelli fu tutto con lui; e nel giugno del 1525, quando il bisogno d'armi nazionali parve più urgente che mai, egli cercò di farsi suo collaboratore e s' adoperò presso il papa per aver la commissione di istituire la sua nuova milizia in Romagna (giugno-luglio del 1525) (1). Le difficoltà dell'impresa apparvero troppe; ma egli non disperò degli Italiani e di Giovanni de'Medici; e il 15 marzo del 1526, mentre l'Italia s'agitava impaurita sotto il peso della monarchia universale assicurata a Carlo V dalla vittoria di Pavia; mentre il Guicciardini non vedeva qualelic speranza di salute che nella lega di tutti gli stati italiani con Francia; mentre Francesco Vettori metteva, per disperato, ogni salute ne' Turchi che assalissero Austria e Spagna (2) : il Machiavelli sciive al Guicciardini, col quale da qualche anno s'è stretto in grande amicizia: u Io dico 77 una cosa che vi parrà pazza: metterò un disegno innanzi che vi parrà o temerario 77 o ridicolo; nondimeno, questi tempi richieggono deliberazioni audaci, inusitate » e strane, e sallo ciascuno chc sa ragionare di questo mondo, come i popoli » sono varii e sciocchi : nondimeno così fatti come sono, dicono molte volte che n »i fa quello che si dovrebbe fare. Poehi dì fa si diceva per Firenze che il signor» Giovanni de'Medici rizzava una bandiera di ventura per far guerra dove gli » venisse meglio. Questa voce mi destò l'animo a pensare che il popolo dicesse 77 quello che si dovrebbe fare. Ciascuno credo che pens» che fra gl'Italiani non <: ìì sia capo, a chi i soldati vadano più volentieri dietro, nè di chi gli Spagnuoii più 77 dubitano e stimino più. Ciascuno tiene ancora il signore Giovanni audace, ira-77 petuoso, di gran concetti, pigliatore di gran partiti; puossi adunque, ingrossan-77 dolo segretamente, fargli rizzare questa bandiera, mettendogli sotto quanti cavalli 77 e quanti fanti si potesse più (3) 17.
11 partito forse era troppo arrischiato ; Clemente VII vi i, rifiutò. Il papa tuttavia e il Guicciardini, che allora era in Roma, vollero meglio sentire le proposte del Machiavelli, il quale vi si recò nel maggio (4), e vi si adoperò a risolvere il papa ad una pronta ed energica aziono.
Mentre le trattative proseguivano, il Machiavelli fu rinviato a Firenze per sorvegliarvi i lavori di fortificazione; e, conchiusasi .1 17 maggio la lega di Cognac tra la Francia e gli Stati italiani, egli si dispose a seguire i fanti fiorentlli al campo di Lombardia, dove militava Giovanni de' Medici e dove era per andare commissario Francesco Guicciardini.
In compagnia probabilmente di quest'ultimo, egl lasciò Firenze (5), e assistette a tutta la campagna di quell'anno, giovando dell'opera propria il commissario papale e fiorentino fino agii ultimi d'ottobre, quando il papa fu costretto a 1 mirarsi, almeno in apparenza, dalla lega. Il Guicciardini si ritraeva a Piacenza, e 1 Machiavelli il 5 novembre era a Faenze.
Rotta da Clemente VII la tregua il 21 di quel mese, il Machiavelli dovette di nuovo ripartire per Lombardia, mandato dagli Otto di Pratica per 1 ìformarsi dei pericoli che di là potevano minacciare. Trovò che per allora non c'era pericolo imminente, ma v. seppe una pessima novella: Giovanni de'Medici era morto il 30 di quel mese; e il suo coraggio vacillò.
(1) Guicciardini, Opere inedito, Vili, 2GG segg. c 287.
(2) Machiavelli, Opere, II, 025.
(3) Machiavelli, Opere, II, G18.
(4) Ciò si arguisce da una lettera del 17 maggio diretta al Guicciardini in Roma; v. Opere, II, G2.
(5) Le ultime sue lettere da Firenze sono del 2 giugno. Il Guicciardini vi passava il 12 di quel mese, diretto al campo.