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CAPITOLO III.
sembra vicina al suo termine. Facendo le parti ora di soldato, ed ora quelle che più gli convenivano, di diplomatico (1), egli ottiene che le sue milizie entrino finalmente in Fisa il 9 giugno del 1509.
La gioia per il riacquisto della città non doveva tuttavia essere molto lunga; e nuovi ben più gravi cimenti si preparavano per i Fiorentini. La lega contro Venezia stava per sciogliersi ; e già fino dal 24 febbraio 1510, Giulio II s' era messo apertamente a favorire S. Marco ai danni di Francia. Una guerra tra il papa e Luigi XII non potea che danneggiare Firenze, stretta da un forte nemico vicino, e mal difesa da un tepido alleato lontano. E il Machiavelli nel giugno fu in Francia a consigliare la pace e a preparare un accordo col papa; ma invano. Firenze dovette conceder Pisa per sede d' un Concilio contrario al papa, promosso da Luigi XII c da Massimiliano imperatore, che miravano a dividersi l'Italia sin criorc c media. Vinto nel maggio 1511 a Casalecchio, Giulio II già inclinava alla pace e ne esultavano i Fiorentini; ma la rifiutava poi, per i conforti di Ferdinando il Cattolico. Firenze si trovava tra due fuochi: il papa lanciava scomuniche, e nominava Giovanni dc'Medici legato di Bologna e governatore della guerra m Toscana; e Luigi volea mandare un corpo di soldati a Pisa per proteggervi il Concilio. E il Machiavelli correva da Firenze a Pisa, da Pisa a Milano c in Francia, e di nuovo a Pisa per evitare clic il Concilio si radunasse o perchè alla peggio si radunasse in altra città, c ad ogni modo i Francesi sotto colore di proteggere il Concilio non si nicchiassero di nuovo nella città con tante pene riavuta.
Il 5 ottobre fu pubblicata la lega santa fra Venezia, il Papa, Spagna e Inghilterra contro la Francia e i suoi alleati: e allora Firenze parvo trovare in sè un po'd'animo risoluto, stabilendo che la guerra contro i preti I. facesse coi beni dei proti La battaglia di Ravenna (11 aprile 1512) parve rassicurare le sorti dei Francesi; ma poco dopo gli Svizzeri ricscivano a rimettere lo Sforza in Milano, Genova rivendica la sua indipendenza, Parma e Piacenza si danno al papa, e la Romagna torna in potere delle armi della lega, i cui capi raccoltisi a Mantova, decidono di ricondurre Medici a Firenze, multando fortemente l'alleata d Francia. Nell'agosto il viceré Oardona passa l'Apennino ; e la repubblica fa ogni prova per scongiurare il pericolo eolie trattative e eolie armi. E nelle armi fidava certo più del giusto il Machiavelli, che, appunto in questi giorni (22 c 23 ag.) noi troviamo tutto occupato a disporre le sue milizie a Firenzuola (2). Ma il 29 agosto Prato, con meravigliosa facilità, era presa d'assalto, u Per la brevnà del tempo » (scrive il Guicciardini severo sempre e qui forse ingiusto) c per l'imperizia di » chi aveva avuto a provvederlo, vi era piccola quantità di artiglierie, scarsità v d: munizioni, e di tutte le cose necessarie alla difesa...; morirono, non combat» tendo (poiché alcuno non combattè), ma fuggendo c supplicando più ni due-v mila uomini » (3). Povero Machiavelli, clic fidava tutto ne' suoi fanti, e troppo poco apprezzava 1 importanza delle nuove armi da fuoco !
Ma nemmeno in questi frangente egli si perdette d'animo.
Il 31 d'agosto, il Soderini, costretto a legalmente abdicare, abbandonava Firenze; e a capo del governo si mettevano gli aristocratici, capitanati da Paolo Vettori, i quali chiamarono i Mediti e presero a trattare per il rinvio degli Spa-gnuoli. Speravano essi che gli antichi signori si sarebbero contentati di ritornare corno semplici cittadini; ma il 16 settembre il cardinale Giovanni fa circondare il palazzo della Signoria, e la costringe a convocare il popolo, il quale diede balìa a cmquantacinque cittadini di riordinare lo stato.
(1) Toccando delle trattative condotte dal segretario fiorentino por la resa di Pisa, il Guicciardini per la prima e per l'ultima volta nella Storia d'Italia, lib. Vili. C. III nomina il Machiavelli.
(2) Machiavelli, Opere, II, 518.
(3) Storia d'Italia, lib. Xf, c. II.