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Storia della Letteratura Italiana nel Secolo XVI

U.A. Canello
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 327

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   CAPITOLO III.
   Sopravvenne il 1494: e l'inetto Piero, nelle eui mani erano eadute da due anni le sorti di Firenze, a forza di storditaggine eondueeva la sua eittà all' orlo del precipizio: Pisa era perduta; e Carlo Vili, eolla laneia alla eoseia, entrava in Firenze, dove il disordine politico del restaurato governo rcpubblieano aumentava la già veeehia debolezza della eittà.
   Il Machiavelli osservava, pensoso di quello ehe Roma avrebbe fatto m easo simile, di quello ehe iRomani aveano fatto di fronte ai Galli. L'atto di Piero Capponi lo esalta (1); ma egli ben vede ormai dove sta il morbo profondo di Firenze e d'Italia; egli sente ehe le generose parole non valgono senza ì fatti, senza le armi.
   Se non ehò, partito Carlo Vili, Firenze, inveee di fare armi, eomineia ad oeeuparsi più del solito delle parole d'un suo u profeta disarmato », le eli predizioni di grandi sventure italiane ora parevano essersi avverate: e le sort> della eittà sono per qualehe tempo nelle mani del Savonarola. Il Machiavelli badava a tutto e sogghignava dolorosamente. Aneli'egli andava a sentire il frate, e ne riferiva a un amieo di Roma; aneh'egli ammirava forse quella grande potenza di sentimento eolla quale il Savonarola trascinava seeo la folla: ma pur erodeva di seoprire in fondo a tutto quel movimento un odore di intrigo pretino; trovava ehe le ragioni d Fra Girolamo erano buone u per chi non ei ripensava » : ed egli si seliierò tra gli oppositori arrabbiati, che ben presto erebbero di numero e di potenza, ed ebbero in mano la signoria. Papa Alessandro approfittò del momento* e il frate fu spaeciato il 23 maggio 1498.
   Cosi s'era fatta l'edueazione di quest'uomo, tra un perpetuo eontrasto della realtà elio gli si svolgeva dinanzi, e i fatti eh'egli veniva studiando nelle storie antiehe. Qua debolezza, astuzie, raggiri; lassù lotta aperta, libero svolgimento d' ogni energia, eroiei fatti: qua lo stato minaeeiato dalle insidie o dalle intemperanze religiose; lassù la religione fatta servire a benefizio dello stato: qua la patria in mano di mereenarii, ehe si battono per mostra, e si sperdono dinanzi ai Franeesi, i quali ammazzano sul serio; lassù ogni soldato cittadino: qua un passare improvviso dall'orgia sensuale ed elegante di Lorenzo all'orgia spirituale e barbarica del Savonarola; lassù l'austerità alternata a tempo e luogo eoi facile vivere. Il Machiavelli è inecrto di sè stesso: quegli ideali, ehe gli presenta la storia antica sono troppo elevati, troppo sproporzionati alla realtà presente. Ed ora s'appressa il momento decisivo per lui; egli entra nella vita attiva e dovrà o rinunziare a que^i ideali troppo belli, o proeurare eon studia amoroso di trasformarli, adattandoli alle condizioni presenti.
   Questa lotta fra due tendenze, una nobile e 1' altra volgare, è anehe nelle sue condizioni economiche. Egli diseende da famiglia nobilissima; ma le searsc sostanze obbligano lui, eome già aveano obbligato il padre, a pereorrere la via, spesso umiliante, e talvolta limaeeiosa, degli impieghi.
   Le sue stesse apparenze esteriori rivelano questa dualità nteriore : u Di n media altezza, magro, eon oeehi viv ssimi, eapelli seuri, testa piuttosto pie» cola, naso leggermente aquilino. La boeea soleva tenere sempre stretta;1 tutto » avea in Ir, l'espressione di un accortissimo osservatore e d'un pensatore, non ;; però d'un uomo assai autorevole e che s'imponesse agi. altri. Egl non poteva n facilmente liberarsi da un sareasmo ehe stava eontinuo sulle sue labbra, e sein-tillava da'suoi oeehi, dandogl tutta l'apparenza d'uno spi ito ealeolatore ed » impassibile; pure la sua fantasia aveva su di lu un gran potere e facilmente
   (1) Lo strepito dell'armi e de' cavalli Non potè far che non fosse sentita J^a voce d'un Cappon fra cento Galli.
   (Decenn. I; in opere, II, 107).