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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   IL RISORGIMENTO.
   di Milano dalle origini fino al 1499 che Bernardino Cono, cortigiano di Galeazzo Maria Sforza e di Ludovico, prese a scrivere nel 1485. — La consuetudine \oleva si scrivesse la storia in latino, e ai tempi stessi del Moro, il Merula scriveva in latino una Storia dei Visconti, e Tristano Calchi, suo discepolo, parimenti in latino una Storia di Milano fino all'anno 1313. Il Corio ruppe colla consuetudine, e scrisse la sua in volgare, ma in un volgare latinizzato e asprissimo a leggersi. Nella prima parte del suo libro, là dove narra di cose antiche, egli mescola strane favole e leggende ai fatti storici; ma nella seconda, dove narra avvenimenti a lui contemporanei, è diligente raccoglitore di fatti, minuto soverchiamente nel descr: vere ogni circostanza, e importante anche per ciò che reca documenti tratti dagli Archivj dello Stato apertigli dal favore del Duca (1).
   La letteratura volgare dei tempi di Ludovico il Moro non avrebbe importanza, se fra i suoi monumenti non annoverasse gli scritti di Leonardo da Vinci. Ma siccome le opere di questo divino ingegno si congiungono per molta parte anche a fatti posteriori a quelli dell'epoca che di presente ci occupa, così di esse si parlerà nel seguito della presente storia.
   Venezia contribuiva in modo speciale all' incremento della cultura italiana, ma al chiudersi del secolo XV non aveva ancora una letteratura volgare. Colle sue spedizioni nel più lontano Oriente essa aveva ampliata la sfera delle cognizioni geografiche, procurato nuovi e potenti stimoli all'intelligenza e alla volontà, svegliato nello spirito umano una coscienza più elevata delle sue forze. Già nel 1430 il veneziano Andrea Bianco tracciava una carta geografica più precisa di quella tracciata molti anni innanzi da Maria Sanudo Torsello; frà Mauro disegnava il famoso planisfero di S. Michele di Murano. Ai tempi della nostra storia, Giovanni Cabottp, veneziano al servizio di Enrico VII d'Inghilterra, pensava che da questo paese si potesse giungere alle Indie Orientali per vie più spedite, veleggiando a tramontano-ponente; suo figlio Sebastiano riconosceva Terranova e toccava nel 1497 il Labrador. — Le relazioni dei viaggi dei veneziani formavano già una letteratura abbastanza ricca. Basti ricordare quelle di Marco Polo, di Marin Sanudo Torsello, di Nicolò de' Conti, di Caterino Zeno e di Marco Cornaro. A siffatta letteratura nuovo pregio aggiungevano sul cader del secolo XV le relazioni dei viaggi intrapresi da Luigi Cadamosto. Questo ardito veneziano, servendo ai disegni dell'infante Don Enrico di Portogallo, esplorava nel 1444 le coste occidentali dell'Africa e prendeva parte alla scoperta dei fiumi delle anzidette coste e a quella delle Isole del Capo Verde. La relazione di questi viaggi, dice l'autore dell'articolo « Cadamosto » nella Biografia universale, è un vero modello, e nulla perde al paragone di quelle dei nostri migliori navigatori. Mirabile vi è l'ordine, è scritto nella Storia generale dei viaggi, interessanti sono i particolari, chiare e precise sono le descrizioni. Cadamosto era uomo di spirito e d'ingegno, e di amendue queste doti ha fatto uso continuo nella sua opera. Le sue relazioni sono importanti anche per ciò che sono le prime che sian rimaste intorno alle navigazioni dei Portoghesi (2).
   All'estendersi della conoscenza del mondo materiale s' accompagnavano i pro-
   (1) L'edizione principe della Storia di Milano del Corio fu fatta nel 1503 e curata dall'autore stesso. Altre edizioni se ne fecero in seguito. Nel 1856 il Prof. Egidio De Magri imprese a fare una edizione di questa Storia, riducendo però il testo a lezione moderna. Milano presso Colombo.
   (2) Histoire générale des voyayes, tom. VI, citata da Maffei, Stor. della Lett. ital., lib. Ili, cap. XXIX. — I viaggi del Cadamosto sono compresi nella raccolta di viaggi che Giov. Batta Ramnsio veneziano pubblicò negli anni 1550, 1559 e 1565. — Affermano alcuni che prima di Ramusio questi viaggi fossero stati pubblicati in Venezia nel 1507 col titolo: Prima navigatione per l'Oceano alle terre dei Negri della Bassa Etiopia. Altri però sostengono che nessuna relazione separata dei viaggi del Cadamosto esista prima del 1519.