CAPITOLO QUINTO. — LA NUOVA LETTERA! IRA, ECC. 361
In mezzo a poeti ed artisti viveva anche Lodovico il Moro, celando sotto la splendida esteriorità della cultura e dell'arte, la sua tenebrosa e fraudolenta politica. Lodovico aperse nuove scuole in Milano, eresse l'Università di Pavia, chiamò nella metropoli lombarda il Bramante e Leonardo da Vinci coli'opera e coli'insegnamento del quale venne fondata o restaurata quell'Accademia milanese da cui uscirono poi Bernardino Luini, Cesare da Sesto, Marco d'Oggiono, il Salaino e altri illustri pittori. Eruditi e scienziati erano presso di lui in grande favore. Bartolomeo Calchi, eruditissimo di greco e di latino, era suo segretario; Giorgio Merula (m. 1494), benemerito scopritore e commentatore di antichi, famoso per le sue aspre controversie col Poliziano, era di lui favorito e insegnava in Milano e in Pavia; Demetrio Calcondila (m. 1511) da lui stipendiato insegnava il greco ad un numero grandissimo di alunni; Virunio Pontico (1467-1520) era precettore de'suoi figli Ercole e Massimiliano; e per tacer d'altri, veniva da lui colmato di favori Giacomo detto l'Antiquario (1445'?-1512), latinista celebrato, promotore di studi sull'antichità, e che in Milano dava, insiem con altri, opera alla pubblicazione di autori classici latini. E parimenti era Lodovico il Moro che chiamava da Roma a Milano il celebre frà Luca Paciolo a insegnar matematica nella scuola di questa scienza recentemente istituita, e che invitava l'anatomico Marcantonio della Torre, maestro di anatomia a Leonardo da Vinci, ad insegnare nell'Università di Pavia. Anche la musica aveva suoi rappresentanti alla Corte del Moro, e nella Storia si ricorda un'opera di Franchino Gafuri su quell'arte, che ebbe l'onore di essere adornata dei disegni di Leonardo. — Fra tanta cultura non è maraviglia se abbondavano anche i verseggiatori in volgare. Intorno a Lodovico il Moro troviamo il fiorentino Bernardo Bellin-cioni, poeta laureato del Duca e autore di elegie italiane a imitazione dei classici latini e di rime piacevoli sul fare di quelle del suo concittadino Burchiello (1); poi Antonio Cornazzano da Piacenza, che lasciò un poema di nove canti in terza rima sul-XArte militare, una vita della Vergine in versi e molti sonetti alla petrarchesca, celebratissimi a'suoi tempi, ma che oggidì nessuno più legge (2); poi ancora Filoteo Giovanni Achillino grecista e latinista, conoscitore di musica, raccoglitore d'oggetti d'antichità, autore di un poema in ottava rima intitolato il Viridario (3), e, al solito, di sonetti come voleva la moda. Si fa anche speciale menzione di Gaspare Visconti gentiluomo milanese, morto nel 1499 di 38 anni, che celebrò amori e feste in sonetti e altre poesie considerate a'suoi tempi come eguali a quelle del Petrarca, e gli amori di Paolo suo parente con una bella Daria in un poema di otto libri a stanze (4).
D'altri e più oscuri verseggiatori gli eruditi ci hanno conservato i nomi insieme ai titoli e alle date delle edizioni delle loro opere (5). Ma quand'anche si durasse sino alla fine nel leggere tutti i sonetti e tutte le canzoni, egloghe, ecc., che uscirono dalla penna dei verseggiatori della Corte del Moro, la fatica non troverebbe compenso. Tranne per avventura alcune rime del Bellincioni, le altre sono tutte fiacche e disadorne imitazioni di pregiati modelli, che ponno avere qua e là qualche importanza per la conoscenza dei tempi del Moro, ma che non ne hanno alcuna per l'arte. — E importante per la storia politica più che per quella dell'arte è la Storia
(1) Furono Stampate in Milano nel 1493 e comprese di poi dalla Crusca fra i testi di lingua.
(2) V. Quadrio, Storia della volgar poesia.
(3) Stampato in Bologna nel 1513.
(4) Bei dui amanti, poema di Gaspare Visconti, Milano 1492, idem 1495. — Le rime del Visconti furono stampate in Milano nel 1493.
(5) V. specialmente: Quadrio, Storia della volgar poesia ; Tiraboschi, Stor. della Lett. ital. tom. VI; Guglielmo Roscoe, Vita e pontificato di Leone X, tradotta e corredata di annotazioni e di alcuni documenti inediti dal conte cav. Luigi Bossi. Milano, Tipografìa Sonzogno e Comp. 1816, tom. I, cap. 11.
Invernizzi. Il Risorgimento. 40