CAPITOLO QUINTO. — LA NUOVA LETTERA! IRA, ECC. 355
plebeo, e rideva della sua caricatura. Il Bojardo si pensò di rappresentarlo con solennità epica; nel suo poema 1 fondo discorda dalla forma. — Nè lo trasformò la festività del Berni nel rifacimento wk\VOrlando Innamorato. La sua piena e completa trasformazione il romanzo cavalleresco la raggiunse coll'Àriosto. Quel mondo della leggenda feudale che passando in Italia s'era cangiato in invenzioni artistiche trasmesse di libro in libro (1), apparve finalmente nel Furioso realizzato come arte e accompagnato da queir ironico sorriso significante eh' esso non aveva altra esistenza che nell'immaginazione. L'Orlando Innamorato rappresenta un momento di questo sviluppo della poesia cavalleresca in Italia. Benché piaccia leggere le invenzioni del Bojardo negli adorni e festivi canti del Berni, noi torniamo però volontieri al poema originale del poeta ferrarese. Il Berni cancella nel Rifacimento i tratti d'una bella e simpatica personalità che in sé stessa esprime l'ideale di un'epoca. Leggendo V Orlando Innamorato nel suo testo originale noi siamo trasportati ad uno dei più floridi tempi della splendida e breve esistenza della vecchia Ferrara. L'erudizione, la poesia e la cavalleria si davano allora la mano e vivevano fra loro in intima unione. Fosse influenza esercitata dalle tradizioni degli Estensi e della loro nobiltà, tradizioni che rimontavano ai fieri tempi del feudalismo, fosse effetto delle violenti agitazioni politiche e delle guerre che si erano succedute le une alle altre dai tempi del Marchese Nicolò III infino a quelli di Ercole IJ fatto è che nei costumi cavaliereschi della Corte, per quanto esteriori essi fossero, si manteneva ancora qualche cosa di robusto e di severo. Non vogliamo negare che leggendo nell'Or-lando Innamorato non ci si presentino talora i caratteri d'un'ispirazione epicurea, allegra e licenziosa, «aspirazione la quale attesta come il sensualismo e l'indifferenza religiosa e morale s'accoppiassero a quella vigoria e serietà che appariscono nelle forme della socievolezza; tali caratteri 3on manifesti in più d'un luogo del poema (2), ma sono lontani dal sensualismo scettico e beffardo di Lorenzo dei Medici e del Pulci. Lo spirito della Rinascenza fiorentina, come abbiamo notato più sopra, non si era ancora impadronito della vita ferrarese, e se nella letteratura volgare che sorge in Ferrara a quest'epoca, e nell' Orlando Innamorato che la riassume e la rappresenta, non vi è la squisita arte, la grazia elegantissima delle Stanze e dell' Orfeo del Poliziano, vi è nondimeno certa nativa schiettézza e certa se\era bellezza che la rendono assai pregievole.
.'-i è da molti storici e d'itici osservato che la letteratura volgare del secolo XV svolges' diversamente nei diversi centri sociali e politici dell'Italia di quest'epoca. « La nuova letteratura del quattrocento, dice il Carducci, rimase letteratura della confederazione » (3). La verità di questa osservazione si può già constatare confrontando la letteratura volgare fiorentina colla ferrarese, democratica e borghese la prima, signorile e cavalleresca la seconda. Ma una conferma ne otterremo passando rapidamente in rassegna anche la letteratura volgare delle altre città e corti italiane dell'epoca di Lorenzo il Magnifico.
Se dopo Ferrara noi volgiamo 1' occhio alle corti di Urbino e di Mantova vediamo anche qui le cortesie e le gentilezze cavalleresche congiungersi colla poesia e coll'arte, ed elette brigate di eruditi raccogliersi intorno ad un principe colto e protettore d'ogni maniera di coltura. Bisogna leggere nel Cortcgiano di Baldassare Castiglione le descrizioni delle eleganze, delle gentilezze di spirito, delle vivacità e della libertà che regnava nella Corte del Duca Guidobaldo di Montcfeltro, e quella del palagio da questi abitato, « palagio il più bello d'Italia, e d'ogni opportuna cosa
(1) Gaston Paris.
(2) V. specialmente l'episodio di Fiordalisa e di ^randimarte nel Lib. I, C. 19; e il racconto che una donna fa ad Orlando e aBrandimarte delle gelosie del suo vecchio marito nel Canto 22 del suddetto libro.
(3) G. Carducci, Studi letterari: Dello svolgimento della letteratura\ nazionale. Discorso quarto. — Livorno, Francesco Vigo, 1874.