CAPITOLO QUINTO. — LA NUOVA LETTERATURA, ECC. 345
Mentre Orlando ha l'occhio innamorato fìsso in quella celeste bellezza, e tutta sentesi l'anima piena d'un sentimento soavissimo d'amore, ecco sopraggiungere Ferraguto, il quale in tuono insolente gli grida che quella dama gli appartiene e che però o se ne vada o si disponga a combattere. I due cavalieri dan mano alle spade, e la fìerissima battaglia impegnatasi fra loro sarebbe durata un pezzo se ad interromperla non fosse venuta Fiordaspina, bella e giovane donna parente di Ferraguto, la qual da molto tempo iva in traccia del cavalier Saracino per dargli novelle di Spagna. Intanto Angelica, svegliata dal fracasso delle armi, era fuggita.
La vera istoria di Turpin ragiona che in Oriente, di là dall'Indie, regnava un grande e possente re, cosi gagliardo della persona che nulla stimava tutto il mondo»
Gradasso nome avea quell'ammirante, .
Che ha cor di drago e membra di gigante.
Ora, a costui era passato per la testa uno strano capriccio. Egli voleva avere in sue inani Durindana, la famosa spada d'Orlando, e Bajardo, il cavallo di Rinaldo. A questo scopo egli intendeva passare in Francia con cencinquanta mila cavalieri per combattere Carlo Magno e tutti i suoi cavalieri, benché poi si vantasse
Egli soletto vincere e disfare
Quanto il sol vede e quanto cinge '1 mare.
Effettuando i suoi disegni, Gradasso era già passato nella Spagna, dove aveva preso Valenza, disfatta Aragona e cinto Barcellona d'assedio. Queste erano le notizie che Fiordaspina voleva dare a Ferraguto. Uditele, Ferraguto e Orlando cessano il duello e si separano, movendo quegli verso ponente in soccorso de'suoi e questi verso levante in traccia d'Angelica. — Carlo Magno, risapute anche lui lo novelle di Spagna, raduna un esercito sotto il comando di Rinaldo, e lo manda nella Spagna in soccorso di re Marsilio. A Barcellona, dove succede una fiera battaglia, Rinaldo e Ferraguto fanno mirabili prove di valore; poscia Rinaldo e Gradasso stabiliscono di fare un duello sulle rive del mare (1).
Angelica, servendosi del libretto d'incantesimi tolto a Malagigi, s'era, in quésto mezzo, fatta trasportare dagli spiriti al Catai. Benché lontana, la giovinetta non può però togliersi Rinaldo dal cuore. Sempre stretta dal pensiero amoroso, sognando sempre in quel desiderio, ella un giorno libera Malagigi, a patto che ccgli incantesimi suoi egli induca Rinaldo a recarsi da lei. Acconsente Malagigi e va in Ispagna da Rinaldo; ma questi sdegnosamente rifiuta di accondiscendere al desiderio di Angelica. Allora il paladino incantatore ricorre al suo libretto, comandando ad un diavolo di assumer la figura di Gradasso. Rinaldo, il qual difatti aveva stabilito di fare un duello col re di Sericana sulle rive del mare, si reca al luogo designato, dove credendo di combattere con Gradasso, combatte invece col diavolo Draghinazzo, il qual fugge sopra una nave sempre seguito dal paladino francese. Ad un tratto la figura di Gradasso scompare, e Rinaldo si trova solo sulla nave, che via lo trasporta per incanto. Dopo qualche tempo approda ad un' isola incantata, dove tutto è gioja e piacere.
Mentre Rinaldo fuggiva Angelica, Orlando ne andava n traccia senza mai incontrare chi gliene sapesse dar nuova. Aveva già passata la Tana (Tanai), quando un vecchio da lui incontrato gli racconta d'un gigante, che abita su d'un monte e che gli ha rapito un suo figlio giovinetto. Orlando fa prigioniero il gigante, uccide un mostro, e dopo avere incontrato altri giganti per via, giunge finalmente in Cir-cassia. Una donzella sopra un ponte l'invita a bere nella sua tazza un magico liquore che gli fa uscir dall'anima la memoria d'Angelica. Egli è caduto nell'isola
(1) Lib. I. C. 4 e 5. Inveunizzi. Il RisorgimeìUo
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