CAPITOLO QUINTO. — LA NUOVA LETTERA! IRA, ECC. 337
in prosa volgare intitolata: Istoria Imperiale, e che egli dice d'aver tradotta dal latino di R'cobaldo. In realtà un Ricobaldo, nativo di Ferrara e vissuto intorno al 1300, aveva scritto una voluminosa opera latina, secondo l'uso di quei tempi intitolata: Pomerium (o Pomarium) Ravennatis Ecclesia?, sive Ilistoria Universali^, piena dì favole e di strani racconti (1). Ma il Muratori, che pubblicò VIstoria Imperiale nel IX volume della sua collezione Rerum Ital. Scriptores, crede che il Bo-jardo sia l'autore originale di quest'opera anziché il semplice traduttore del vecchio Ricobaldo. Il Panizzi non consente in tutto coli' opinione del Muratori, e dal confronto delle due opere di Ricobaldo e del Bojardo crede risulti che VIstoria Imperiale anziché un'opera originale o una semplice versione sia un rifacimento del testo latino dello scrìttor trecentista, a quella guisa che la commedia il Timone dello stesso Bojardo è un rifacimento del Dialogo di Luciano (2):—Comunque sia di ciò, VIstoria Imperiale del Bojardo ha certamente pochissimo valore come opera storica e come lavoro letterario. La mancanza totale di critica fa sì che la storia e la leggenda vi sieno insieme confuse, e gli avvenimenti vi appariscano stranamente alterati. La mancanza dell'arte poi toglie al racconto ogni attrattiva, di guisa che non rimane che una favolosa cronaca , stesa in un informe e rozzo volgare. Sarebbe piuttosto a vedere se e come il Pomarium di Ricobaldo abbia servito al Bojardo di fonte a cui attingere i racconti del suo Poema. 11 Panizzi ha fatto questo lavoro a proposito del personaggio di Ruggeri dell' Orlando Innamorato, ed ha trovato che questo eroe dei romanzi si formò colle tradizioni del primo re di Sicilia e di altr Ruggeri.
Torniamo al Bojardo , U quale intanto leggeva alle dame e ai gentiluomini i canti del suo Orlando Innamorato man mano che li veniva componendo.
Le cose imprese a narrare, l'indole, la coltura del narratore in armonia con quella de'suoi ascoltatori, assicuravano il successo al poema. E il Bojardo vi lavorò attorno molt'anni e con molto amore. — Mandato nel 1478 al governo di Reggio, e nel 1481 a quello di Modena , tra le cure dei pubblici negoz , eg. continuò i suoi canti. Là sulle belle pianure reggiane e tra i lieti coli dei natio Scandiano, : luoghi ameni che furono di poi tanto cari anche all' Ariosto e dolci inviti a empir le carte (3), la sua immaginazione spaziava a grand'agio. Là egl coloriva la sua tela; là gli -sorgevano innanzi i palazzi incantati, i giardini portentosi, le fate, i gigant ; là forse (il Castelvetro lo dà per certo (4)) i bizzarri nomi de' suoi coloni gli suggerivano quelb da imporre agli eroi del suo poema. Una tradizione significativa narra che trovandosi egli un giorno alla caccia nel bosco del Fracasso, poco lungi da Scandiano, gli venisse all'improvviso in mente il nome strepitoso di Rodomonte, del quale tanto si compiacque che, salito subito a cavallo, corse a briglia sciolta a Scandiano e fece suonare tutte le campane (5). Quando poi doveva abbandonare il lieto mondo della sua fantasia per occuparsi delle faccende del Governo, egli recava nello sbrigarle quella gentilezza d' animo e idealità che lo guidavano nel narrare i casi degli eroi e delle eroine del suo poema. Guido Panciroli, che visse cinquantanni dopo il Bojardo, nella sua cronaca manoscritta di Reggio, attribuiva all'autore dell'Orando Innamorato l'opinione che non si debba mai per delitti punire alcuno di morte, e lo accusava quindi d'aver fatto un governo più mite di quello che esigessero le circostanze. Vir, così si esprime il cronista parlando del Bojardo, nimia
(1) L'opera intera del Ricobaldo non fu mai stampata. Muratori ed Ekkard ne pubblicarono soltanto una parte col titolo : Ilistoria Imperatorum dal 700 circa fino al 1297 dell' c. v.
(2) V. Muratori, Prefazione a\YIstoria Imperiale, Rer. Ital. Script. Voi. IX; c Panizzi op. cit.
(3) Ariosto — Satira IV.
(4) Poetica d'Aristotile.
(5) Venturi, Prefaz. all'Or/, //in., op. cit.
Imvep.nizzi. Il Risorgimento. 43