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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO QUINTO. — LA NUOVA LETTERA! IRA, ECC. 333
   influenza sulla letteratura in epoca di poco posteriore alla attuale, e fra essi emergevano Celio Calcagnini, Lelio Giraldi, e maggior di tutti Lodovico Ariosto.
   L'invadente latinismo non aveva però sopraffatto del tutto l'uso del volgare in Ferrara, Il Marchese Lionello, in mezzo alle sue preocnpazioni latiniste, aveva scritto sonetti in volgare. Di Andrea De Basso, fiorito net 1470 e commentatore della Teseide del Boccaccio stampata in Ferrara nel 1475, rimane una rozza canzone volgare in morte di donna voluttuosa e lusinghiera (1). Ercole Strozzi dirigeva ad una sua innamorata sonetti volgari che si leggono in una Raccolta di rime ferraresi. Antonio Tebaldeo (1456-1535) lasciava un volume di rime volgari celebratissime a' suoi tempi, ma che in seguito subirono in gran parte la sorte prevista dal loro poeta istesso, vissuto abbastanza nel cinquecento per conoscere le tendenze della nuova età che succedeva alla sua.
   So che molti verran nell'altra etate, Ch'accuseranno le mie rime, e i versi, Come inornati, rigidi e mal tersi E fìen le carte mie forse stracciate (2).
   A richiamare maggiormente i dotti all'uso del volgare contribuirono le rappresentazioni teatrali dei tempi di Ercole I. In volgare si traducevano pel teatro del Duca le commedie di Plauto e di Terenzio ; Nicolò da Correggio componeva in ottava rima il Cefalo, una favola pastorale, che non è nè tragedia nè commedia secondo dice l'autore di essa nel Prologo ; Pandolfo Collenuccio traduceva in terza rima VAnfitrione, e componeva drammi d'argomenti ser i ed anche scritturali, come il Giuseppe stampati in Venezia nel 1564; Il Bojardo traeva da Luciano la materia d'una commedia intitolata II Timone; Girolamo Berardo da Ferrara e altri occu-pavansi a soddisfare all'amore che Ercole poneva negli spettacoli teatrali (3).
   Tutta questa letteratura volgare ferrarese rimaneva però estranea al movimento della rinascenza fiorentina. In essa infatti non appariscono le vivaci e graziose forme della lirica popolare fiorentina, e non la sensualità scettica, allegra e beffarda di Lorenzo dei Medici e del Pulci, e nemmeno la grazia elegantissima del Poliziano. Gli è che quelle forme erano intimamente congiunte alle abitudini d'una vita popolare che in Ferrara non esisteva; e quelia„sensualità scettica e motteggiatrice, uno dei fattori principali della nuova letteratura volgare fiorentina, era il portato di una borghesia arrichita nei traffici e nelle indusirie, rotta agli affari della vita, dominante da lungo nello Stato, piena di coltura e con tradizioni letterarie antichissime e gloriosissime. In Ferrara, città dominata dal potere illimitato e spesso violento dei Duclr senza ricca e forte borghesia, e in cui la vantata prosperità e lo splendore abbagliante, a chi ben guardi, rìducevansi inlìne alla prosperità e allo splendore della Corte e d'una nobiltà sottomessa all' impero assoluto del principe e vivente de'suoi favori in Ferrara, dico, la nuova letteratura volgare cresceva fra Dame e Gentiluomini di Corte, e tutt'altri erano i suoi principali fattori. — Abbiamo altrove osservato che il successo dei romanzi, più che tra la borghesia fiorentina di Lorenzo il Magnifico, veniva assicurato tra i gentiluomini delle Corti degli Estensi, dei Gonzaga e degli Sforza. Già le prime trasformazioni subite in Italia dall'epopea cavalleresca erano avvenute per opera di rapsodi e poeti Lombardi e Veneti, come lo
   (1) Rime scelte di poeti ferraresi. — Ferrara 1713 per gli eredi di Bernardo Pomatelli.
   (2) Le poesie di Antonio Tebaldeo furono raccolte da suo cugino Giacomo Tebaldeo, pubblicate in Modena nel 1499 coi tipi di Dionisio Bertocchi e dedicate alla Marchesa di Mantova. Il Narni nel suo poema Della morte del Danese lib. II, cap. IV , ci fa sapere che l'autore fu assai malcontento di questa pubblicazione. V. Barotti, Memorie ecc.; Tira boschi, St. della lett. ital. tom, VI ; Mazzuchelli, Scrittori Ital., ecc. ecc.
   (3) Tiraboschi, St. della lett. Ital. tom. VI, p. II.