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IL RISOiìGIMENTO.
dall'autore delle novelle, che fu alquanto più antico) e Luigi Guicciardini. Lo scopo del Palmieri si e quello di porgere ammaestramenti sulla vita civile, prendendo l'uomo ancor bambino e accompagnandolo fino alla vecclnezza I « narrando quelio che si confà per ciascuna età e per qualunque grado o dignità ». Nel primo libro ei « conduce il nuovamente nato figliuolo infino all'età perfetta dell'uomo, dimostrando con che nutrimenti e sotto quali arti debba riuscire più che gli altri eccellente ». Nel secondo e nel terzo dice in che modo l'uomo di età perfetta in privato ed in pubblico operi secondo qualunque morale virtù ; e tratta oerciò a lungo della temperanza, della fortezza, della prudenza e della g.usil ia. L'ultimo libro riguarda l'utile, e provvede alla copia, all'ornamento, alle facoltà ed abbondanti ricchezze di tutto il corpo Civile, concludendo col dimostrare quale stato sia quello delle anime vissute nel mondo secondo precetti d'onestà, d'accorgimento e di economia dettati nel libro. IlPalimer, nell'ammaestrare l'uomo alla vita civile, ha l'occhio agli esempi tratti dalle an che e moderne 'storie ed agii scrittori antichi, che scrissero per la salute del mondo. Egli non c! vuol dare un tipo astratto e perfetto, non vuole, com egli dice, « fingere 1' .mmaginata bontà c non mai veduti in terra cittadini, i quali da Platone e da più altri nobilissimi ingegni considerati e finti di virtù ì sapienza perfett , piuttosto sono per ispecie e figure distinti che mai in carne veduti » ; ciò ch'ei s; propone di fare si è ammaestrare colla provata vita dei civili virtuosi coi quali p a volte s'è vivuto e s potrebbe vivere ancora (1). E nel corso del 'ibro in generale si attiene fedele al suo proposto, mostrando nelle osservazioni e nei precetti un'accorgimento molto fine e molta pratica degli uomini e delle cose.
I limiti imposti al presente lavoro non consentono che noi discendiamo a minute particolarità intorno al libro del Palmieri. Termineremo pertanto questi nostri brevissimi cenni coll'osservare che se dotti fiorentini avevano vinto il pregiudizio che colpiva la lingua volgare d disprezzo per l'assenta inetto,udine di lei ad esprimere i più elevati concett- della mente, ti libro del Palmieri ci attesta, però, cn'essi non avevano potuto sottrarsi all'influenza del lat i «smo prevalente. Anche nello scrivere in prosa volgare voleva accostala ai vantat modell deila latinità, e però s'in-troducevano nel volgare frasi e modi e giri alla latina, mirando alle forme decorose e composte degli amichi scritto*! d! Roma. In ciò fare sul principio si trascese in ridicole esagerazioni s fecero strani e forzati accozzamenti di latino e di volgare o si diede alla prosa quell artificiale sussiego romano, che s'incontra, ad esempio, nelle prose volgari di Cristoforo Landino. A poco a poco, però, la fusione del latino col volgare s' andò facendo con più di regolarità, di armonia e di eleganza. Si sentono questi progressi nella prosa di Lorenzo dei Medici e di Matteo Palmieri,
Tale è in breve il contenuto del poema la Città di Vita. Cipriano Rucellai, e detto nella Prefazione del Dati, apparve in visione al Palmieri e gli rivelò tutte le cose dianzi dette sull'anime e sulle loro peregrinazioni, in vitandolo a far come fece Dante, a metterle in versi. Il Palmieri acconsentì e scrisse il suo poema in tre libri. Nel primo l'anime discendono dal cielo nella carne e si fanno uomini: noi secondo camminano nell'ombre della notte per la sinistra via cho conduce alla perdizione: nei terzo alla chiarissima luce del sole vanno per la retta via alla salute eterna. — Scopo del poeta si ò di mostrare come l'innata libertà dell' arbitrio possa condurre al bene e al male, e di indurre gli uomini a mettersi per quella via che mena al bene e alla vita beata.
II Bandini trascrive dal codice laurenziano della vera Città di Vita l'argomento di tutti i capi dei tre libri e per intero il capo primo del primo libro. Sono terzetti rozzi nel contenuto e nella forma, dei quali non mette conto di dare esempio. 1 giorni epici delle grandi peregrinazioni dell'anime erano finiti con Dante e col Medio Evo. — Intorno al poema dal Palmieri, oltre il citato Bandini, V. Tiraboschi Storia della Lett. ital. tom. V. p. 2.a; la Bill. med. et inf. lat. del Fabricio col Mansi ed il Negri Scrittori fiorentini.
(1) Vita civile. Proemio. Milano, Bettoni, 1830.