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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   CAI'ITOLO QUARTO. — RINNOVAMENTO DELLA LINGUA, ECC. S-81
   credevano sfuggire alile pene ecclesiastiche minacciate mettendo innanzi la distinzione testò accennata. Marsilio Ficino, accusato di magia al pontefice Innocenzo Vili, per le opinioni contenute nel libro De vita coelitus comparando, dirigeva nel 1499 a Pietro del Nero, Pietro Guicciardini e Pietro Soderini una sua Apologia, in cui, fra l'altre cose, distingueva appunto una magia diabolica da una naturale, chiamando quest'ultima lecita ed onesta (1). Pico della Mirandola, nelle novecento tesi, ch'egli s'era proposto di difendere dinnanzi al pubblico, ne aveva una in cui, posta la distinzione in discorso, condannava la magia diabolica e faceva della seconda l'assoluto compimento della filosofia, « Proposuimus, diceva egli, et magica theoremata, in quibus duplicem esse Magiam signiftcamus, quarum altera demonum tota opera ed auctoritate constai: res medius fìdius esecranda et portentosa; altera nihil allud est, cum bene exploratur, quam naturalis pliilosophice absoluta consumatio » (2).
   La Magia naturale, sostenuta dal Ficino e dal Pico, benché lontanamente accennasse ad un principio d'indirizzo scientifico nello studio e nell'uso delle forze della natura, era tuttavia cosi piena ancora di elementi fantastici e superstiziosi che poco o nulla poteva contribuire al progresso della scienza. La guastavano specialmente gli elementi presi dai libri della scuola alessandrina, scuola, la quale, com'è noto, aveva fatto larghissima parte alla demonologia. Il Pomponazzi, poco tempo dopo il Pico, riprese il concetto della Magia naturale, e lo modificò, liberandolo dall'elemento sovranaturale. Più d'un secolo appresso, il Porta 1'arricchì di maravigliose scoperte nell'Accademia dei Secreti, la quale perciò contribuì potentemente a sbandire la superstizione (3).
   Le teorie platoniche, specialmente quelle tratte dal Timeo, adottate con entusiasmo e miste allo spiritualismo mistico della scuola alessandrina, erede di antichissime dottrine essoteriche o arcane dell'Egitto e dell'Asia, avevano, intanto, generato nelle menti tale un'inclinazione pel simbolismo da far sì che venisse presa sul serio fin la Cabbala ebraica. Cogli antichi dottori del giudaismo si stabiliva una fantastica analogia tra le cose e i segni del pensiero, e si credeva così d' essere padroni dei mezzi con cui la Divinità si manifesta all'uomo. L'universo appariva come'un immenso e maraviglioso libro in cui l'Artefice divino scrisse ogni cosa coi primi dieci numeri e colle lettere dell'alfabeto ebraico: chi sapeva ben leggere e combinare quei misteriosi caratteri sorprendeva nell'universo i segreti di Dio. Per il Pico la Cabbala era la sapienza stessa di Dio, una vera rivelazione e di essa si serviva per ispiegare la Cosmogonia mosaica e la divina missione di Cristo.
   La fede riposta nelle terze essenze, nella mutua corrispondenza fra cielo e terra, negli effetti generati dai movimenti e dalle diverse congiunzioni degli astri, nelle proprietà occulte dei corpi terrestri, nella misteriosa efficacia di certi segni, traeva alle più fantastiche dottrine ed interpretazioni nella scienza, ed alle più strane e pericolose applicazioni e predizioni nella vita pratica. — Intanto, quello che dominava era il sistema di Tolomeo cristianizzato dai Padri della Chiesa e accettato dal Medio Evo. La terra era posta nel centro del mondo. Al di là della terra, elevandosi verso il cielo, s'incontrava dapprima la sfera degli elementi, dove all'aria succede il fuoco ; poi man mano s'incontravano le sfere della Luna, di Mercurio, di Venere, del Sede, di Marte, di Giove e di Saturno, settimo ed ultimo dei pianeti. Più in là ancora c' era il firmamento dove stanno le stelle fisse ; poi il maraviglioso nono cielo, quindi il primo mobile o cristallino e finalmente il cielo Empireo. Tra queste parti e quelle dell' organismo umano si stabiliva, come abbiam visto, uua maravigliosa corrispon-
   (1) Epiatol, lib. Vili, 48.
   (2) Apologia ad Laurent. Medicum.
   (3) Cf. Francesco Fiorentino. Bernardino TpIpsìo ossia studi storici sull'idea della natura nel Risorgimento italiano. Firenze, Le Munnier, 1872. Part. II. Cap. III. Lo stesso, Pietro Pomponazzi, studi storici sulla scuola bolognese e padovana nel -secolo XVI. Fi^ renze, Lo Mounier, 1868, Cap. XIII.