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IL RISORGIMENTO.
done la verità, e mostrandosi tanto sicuro della stabilità di questa scienza da lamentare che Gian Francesco Pico, nipote di Giovanni, avesse pubblicato un libro, che lo zio pentito avrebbe certamente dato più tardi alle fiamme (1).
Accanto ai fautori ed agli avversari delle speculazioni astrologiche sorgevano intanto anche uomini, i quali, lontani dalle astrazioni metafisiche e dal misticismo neoplatonico prevalente in Firenze, riducevano al suo vero valore l'influenza degli astri sulle cose terrestri, non preoccupandosi che dell'azione più certa e manifesta del cielo sulla terra. Così Leon Battista Alberti ne'suoi libri dell'architettura, parlando della stagione più conveniente a principiare le fabbriche degli edifiz'i accenna alle molte opinioni messe fuori in proposito dagli antichi e anche a quelle degli astrologi, e constatando i fenomeni che realmente si presentano nei materiali per gli edifizii e negli edifìzi stessi fabbricando piuttosto in una che in altra stagione, soggiunge: « Io certamente se bene non credo tanto a' professori di questa scienza (l'astrologia) ed osservatori dei tempi, che io pensi con le arti loro possino dare una determinata fortuna alle cose, non penso pero che sieno da dispreg ari se e' disputeranno alcuna volta che i prescritti siffatti tempi, mostrandolo il cielo, possono molto nell'una e nell'altra parte » (2). — Paolo Toscanelli (1397-148^), L più grande astronomo del secolo XV, per attestazione di Pico, non si lasciò mal illudere dalle speculazioni astrologiche, e ne' suoi studi non mirò che a osservare i fenonemi celesti e a stabilirne le leggi. V' era poi, anche in Firenze chi rideva dell'astrologia, e l'eco di questo riso l'abbiamo sentito dalla bocca del diavolo Asta-rotte che bellamente chiamava opinioni sciocche le speculazioni astrologiche. Ad onta di ciò è debito osservare che nè gli attacchi di Pico, nè la scienza di Toscanelli , nè il riso del Pulci poterono distruggere l'astrologia. Astrologi ed astrologanti continuarono ancora per un pezzo a preconizzar 1' avvenire, consultando le stelle, e a godere la fiducia di persone d'ogni età e d'ogni ordine sociale. Le vittorie definitive contro gli astrologhi erano riserbate alle dimostrazioni del telescopio di Galileo e al barometro di Evangelista Torricelli. Allora quella parte della scienza che determina le relazioni del cielo colla terra, abbandonando le astratte entità e le fantasticherie astrologiche, entrò nel suo periodo positivo e fu sommamente feconda di ottimi risultati.
Il concetto che i filosofi fiorentini si erano formati della natura porgeva anche l'occasione e il fondamento di un'altra credenza accettata non meno favorevolmente dell'astrologia, vogliam dire la Magia.
L'Astrologia, movendo dalla corrispondenza intuita fra il cielo e la terra, cercava predizioni ai corpi celesti: la Magia, muovendo da forme nascoste, da qualità occulte, da arcane virtù, che si supponevano nei corpi terrestri si studiava di scoprine, di determinarle, di derivar da esse il potere di meravigliose operazioni, di impadronirsi del pensiero divino occultato in grembo alla natura. Erbe raccolte nella congiunzione di certi pianeti, pietre, amuleti, ossa umane si credevano piene di arcane ed onnipossenti virtù. Trascorrendo, poi, di pregiudizio in pregiudizio, si credeva che i maghi potessero mettersi in relazione con degli spiriti invisibili (per lo più erano quelli del male) e che usando, con certi riti strani, delle qualità occulte delle ccse, e pronunziando parole inintelligibili, ma di arcana virtù, potessero operare cose miracolose. Si era arrivati così a distinguere una magia naturale da una diabolica, consistente la prima nell'investigazione delle forze latenti della natura, e la seconda nell'affidarsi al culto dei demoni. La Chiesa, già da molto tempo, aveva condannati i maghi al rogo e all'eterna dannazione. Nel 1484, Innocenzo Vili minacciava con una sua Bolla pene severissime ai colpevoli dell'arti magiche. I filosofi
(1) Defensio Astrologiae contro Joannem Picum Mirandol. Lucii Bellantii senensis, mathematici ac pliysici, liber de Astrologica veritate, et in Disputationes Joannis Pio adversus Astrologo responsiones. Venetiis, 1502.
(2) Dell' Architettura, libri dieci, traduz. di Cosimo Bartoli con note di Stefano Ticozzi. Milano, 1873.