CAI'ITOLO QUARTO. — RINNOVAMENTO DELLA LINGUA, ECC. S-81
com' è che le inferiori ubbidiscono ai comandi delle superiori e che tutte le membra del inondo risentono, per così dire, le medesime modificazioni, se non per mezzo di una comunanza di natura derivante da una medesima anima1? Questo di\ino animale non deve essere meno unificato di qualunque altro, poi ch'esso è d) tutti il più potente. Se dunque il corpo qualsiasi degli altri viventi ò governato da un'anima corrispondente, molto più le membra di questo mondano animale essere collegato da un' anima unica » (1). Ora, nella seconda metà dei secolo XVI venne Giordano Bruno, l'araldo e il martire delta nuova e libera filosofia, come lo chiama Bertrando Spaventa — e l'anime collegate appena si fusero in un'anima unica, la qual diventò la forma universale e sostanziale insita nella materia e da questa realmente inseparabile, l'anima del mondo, l'intelletto universale, che empie di sè e produce il tutto :
totamque infusa per artus Mens agitat molem, et toto se corpore miscet.
Uno fu allora per Bruno il principio dello spirito e della natura, uno il pensiero e l'essere: la Dialettica di Platone apparve come il movimento vivo e reale della natura; l'anima del mondo ammessa dal Ficino fu il Divino vivente nella natura, che si scopre a noi per modi e per mondi infiniti. Dopo aver notato che la dottrina del Ficino era una imitazione delle dottrine neoplatoniche, pnva di originalità e d unità organica, anche il Prof. Villari soggiunge : malgrado ciò la scienza ha camminato e il Ficino, senza saperlo, ha servito al suo progresso. Quando egli diceva: — il mare ha una terza essenza sua propria 1 fiumi ne hanno un'altra, un' altra ne hanno le pietre, e così via discorrendo ; ma vi è una terza essenza più generale, che è 1' anima di tutto il nostro pianeta, come in ogni cosa c' è una forma, che è forma di tutte le altre ; — egli allora senza punto avvedersene, apriva la via al primo filosofo indipendente ed originale che abbia avuto l'Italia. Che cosa, infatti, fece Giordano Bruno quando, sull' ali d'una nuova filosofia, levò quel volo audace e sublime che tanto doveva essergli fatale1? Niente altro che riunire in una sola tutte le anime del Ficino. — Questa, egli disse, è 1' anima del mondo, è mente, anima e corpo nello stesso tempo; è Iddio e natura ad una volta ; si manifesta per modi e mondi infiniti; non conosce tempo, nè misura; in essasi trova 1'armonia di tutti contrari. — Impadronitosi di questa nuoya e più alta Unità, in balia di se stesso, abbandonandosi alle forze vive dei suo ingegno, ruppe le servili tradizioni della scuola platonica, e pieno d'eroico furore si spinse nel libero cielo della scienza dove il suo astro brilla eternamente » (2).
Dalla filosofia passiamo alle scienze naturali e consideriamo la cultura fiorentina della seconda metà del secolo XV sotto un' altro aspetto.
Le tendenze antiascetiche del secolo, riabilitando l'elemento sensibile della vita, scomunicato dal Medio Evo, avevano anche rivolte le menti ad occuparsi, con più d' ardore e di libertà che per lo passato, delle leggi della natura materiale. Non per questo si potrebbe dire, però, che le scienze naturali si trovassero su quella via, percorrendo la quale esse fecero così rapidi e splendidi progressi. Sul cadere del secolo XV le scienze naturali formavano ancora una cosa sola colla metafisica, o per dirla col Comte, esse si trovavano ancora nel periodo metafisico o astratto. — Preoccupati del problema dell'origine e del fine dell'universo, presupponendo che la verità da essi cercata nella stona dell'antichità e nelle tradizioni pagane e cristiane si occultasse in grembo alla natura, i filosofi fiorentini si diedero con ardore a studiare i fenomen1 materiali che cadevano sotto i loro occhi; ma in ciò fare, fuorviati dalle loro preoccupazioni stesse, poco o nulla o soltanto indirettamente contribuirono al progresso delle scienze delia natura. Per ogni fenomeno o gruppo di
(1) Theologia platonica, lib. IV.
(2) La Stor. dì Fra Girol. Savonarola. Lib. 1, cap. IV.