Stai consultando: 'Storia Letteraria d'Italia Il Risorgimento', Giosia Invernizzi

   

Pagina (316/380)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (316/380)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   304
   IL RISOiìGIMENTO.
   nella storia stessa dello spirito umano le soluzioni del problema della vita, e le esami larono , e le esplicarono, procurando di metterle in armonia colle credenze del cattolicismo. Poich'essi, pur affrancandosi col fatto dal dommatismo teologico e movendo dal pensiero pagano, si credevano ancora sinceramente cattolici e si sforzavano a conciliare la loro filosofìa colla loro religione. Ma qual era codesta loro religione? qual era la religione del mondo letterario e filosofico fiorentino 'l — Se noi ci volgiamo agli eruditi e ai letterati li troviamo perla massima parte o religiosi per abitudine e per convenzione, o indifferenti ad ogni religione e spregiatori di quella del Medio Evo. Nella poesia volgare, quando non ci è l'obblio, ci è la satira della religione cattolica: questo ci fu rivelato dall'esame delle poesie di Lorenzo dei Medici, del Poliziano e del Pulci. Gli eruditi declamavano bensì pomposamente sulla necessità della religione, si prostravano ai piedi del Papa, a questi dirigevano lunghe apologie, miranti a provare l'ortodossia delle loro opinioni, ma nel fatto, poi, non si curavano della religione del Papa. — Di Carlo Marsuppini diceva Nicolò Ridolfi: «Dio l'abbia onorato in cielo, se l'ha meritato, che non si stima; perchè morì senza confessione e comunione e non come buon cristiano » (1). Comizio Calderino, un' eru 'ito nato nel veronese, vissuto qualche tempo in Firenze, e morto giovanissime Roma, quando andava alla messa soleva dire: andiamo al popolare errore (2). Il Poliziano, al dir di Filippo Melantone, confessava che, leggendo una volta la Bibbia, egli non aveva mai perduto così male il suo tempo come in quella lettura (3) : in un suo epigramma latino, egli così rideva piacevolmente di Dom;,ìo Calderino, che diceva la Messa e di Marsilio Ficino che l'ascoltava:
   Audit Marsilius missam: missam facia iUam
   Tu, Domili; magis est religiosus uteri Quis dubiteiì tanto es tu religiosus ilio,
   Quanto audire minus bene est quam facere.
   Erasmo da Rotterdam, che aveva visitato l'Italia, scriveva che i letterati italiani erano cristiani di nome e pagani di cuore, e preferivano gli Dei d'Omero a Cristo (4), Mancata o indebolitasi la fede nella Provvidenza divina, moltissimi eruditi e letterati ricorrevano all'astrologia. Gli astri governavano ogni cosa, ed ogni cosa cangiava come la faccia del cielo. Anche la religione, adunque, ed il cristianes no dovevano subire la influenza degli astri e seguire la mobilità universale delle cose umane Gli astrologi, diffatti, insegnavano che il pianeta Giove, col suo congiungersi agli altri pianeti, generava le altre religioni. Ora, siccome sei soltanto erano i pianeti conosciuti, oltre il pianeta Giove, così sei dovevano essere le religioni ; il cristianesimo, che formava la quinta, doveva far luogo ad una sesta, che dominerebbe poi sotto l'Anticristo (5). Quando, poi, non riuscivano all'incredulità o al paganesimo, e
   (1) Gaietti, Op. cit.
   (2) Bayle, Dictionaire historique et critique, art. Camerino'. Lud. Vives, De Uminti fidei, lib. II, citato dal Corniani, I secoli della Lett. ital. Epoca IV, art. VI. — Domizio Calderino, nato a Torri nel veronese nel 1446 e morto in Roma nel 1478, commentò Giovenale, Persio, Virgilio, Ovidio, Properzio, Stazio, Silio Italico, le vite dei Dodici Cesari di Svetonio e le Epistole di Cicerone ad Attico. Fu filosofo e scrisse un'Apologia di Platone contro il Trapezunzio; fu matematico, e corresse la Cosmografia di Tolomeo. Meravigliando tutti per il vasto suo sapere in giovanissima età, Paolo li lo invitò ad una cattedra in Roma, dove poi da Sisto IV venne fatto segretario apostolico. Di lui, della sua dottrina, della sua fama e del suo carattere presuntuoso parla il Poliziano nei Miscellanei al c. IX.
   (3) Galeotti, op. cit.
   (4) Erasmi, Ciceronianus, citato da Laurent, Etudes sur V Eistoire de V Human''té tom. Vili, La Ré forme Bruxelles, A. Lacroix, Verboekoven et C.
   (5) V. J. Pici Mirandolae, Disputai, adversus Astrologos, V. 17, citato da Laurent, op. cit.