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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   CAI'ITOLO QUARTO. — RINNOVAMENTO DELLA LINGUA, ECC. S-81
   lizza (1). La Scolastica non potè più riaversi dai colpi mortali recatile dall' ardito francescano di Surrey.
   Intanto in Italia, in mezzo ad un movimento intellettuale e morale che allontanava gli spiriti dal sentire e dal pensare del Medio Evo, risorgevano gli stadi classici. Primi i latinisti, in nome dell'eleganza della forma, attaccarono aspramente il barbaro latino della Scolastica, e non si curarono più d'una filosofia cosi rozzamente vestita. In seguito, quando si conobbe l'Aristotile greco e lo si oppose a quello degli Scolastici alterato dagli Arabi e accomodato alle esigenze dommatiche ed ecclesiastiche; quando si lessero i dialoghi di Platone nella loro lingua originale ; quando dalla forma passando al contenuto si lottò fra aristotelici e platonici e le menti furon piene dei pensieri dei due maggiori filosofi dell'antichità, — allora la Scolastica parve ai nuovi filosofi italiani un ammasso di sterni e morte astrazioni, e quel'apparato logico di parole cui si dava il nome di aristotelismo si tenne in conto d'un giuoco puerile, d'un gergo vacuo e senza senso, fonte di sofismi e di assurdi, indegno di formare l'occupazione d'un uomo che leggeva in Aristotile e in Platone cose importanti e d'un senso profondo. « Abbiamo molti, scriveva Marsilio Ficino a Giovanni Pietro Padovano, non filosofi, ma filoporppi, che vantano apertamente di possedere il senso aristotelico, mentre non lessero mai Aristotile, o leggendolo in cattivi compendi non lo hanno inteso. Costoro quando garriscono in pubblico e in n-ezzo ai fanciulli, ti pajono arche di scienza. Se poi tu ci parli a quattr'occhi, ti accorgi subito che poco sanno di fisica, pochissimo di matematica, nulla di metafisica. Questi tali, ancorché giunti al settantesimo anno della vita loro, restano sempre fanciulli, ignari non solo dell'eloquenza, ma anche della grammatica, e invece della scienza delle cose divine e naturali, possiedono un gergo barbaro col quale inettamente le mescolano e le confondono insieme. Parlano in guisa che pei loro discorsi impari a disprezzare la filosofìa, e vivono silfattamente che la loro vitain-durrebbeti a vituperarla. Laonde il nostro Platone giustamente li chiama non mariti, ma adulteri della filosofia, padri di figli bastardi, cioè delle opinioni assurde che corrono tra i filosofi. Io ti lodo, pertanto, se non i curi delle puerili inezie e de vacui studi di costoro, che non attinsero alle fonti, ma lambirono soltanto le goccie della scienza, seguendo non la luce della verità, ma l'ombra dell'opinione » (2).
   Così la filosofia degli scolastici fu lasciata da banda, e l'attenzione si rivolse in quella vece ai filosofi dell'antichità e specialmente a Platone e ad Aristotile. Le dottrine di Platone prevalsero in Firenze, dove nacque l'Accademia platonica; quelle di Aristotile nelle Università di Padova e di Bologna, dove i commentatori ed espositori dello Stagirita si divisero in Averroisti ed Alessandristi a seconda che seguirono il commento arabo di Averroes o quello greco di Alessandro di Afrodisia. In Firenze, come in Padova e in Bologna, sotto la scorta delle dottrine di quei due grandi antichi, s'iniziava un movimento speculativo che spianava la via alla filosofia moderna.
   Come nascesse e quale fosse nella sua sostanza il platonismo professato nell'Accademia fiorentina, noi lo vedemmo altrove (3).
   Quel platonismo, per incompleto ch'e' si fosse e pieno d'incoerenze e d'errori, segnava pur sempre un momento importante nella storia del pensiero italiano. Durante il Medio Evo il pensiero speculativo era partito dal domma impostogli dalla Chiesa cattolica come verità fissa, immutabile, trascendente la natura sua: il suo ufficio erasi limitato a legittimare quella verità data; i suoi sforzi erano stati rivolti ad accordare la ragione colla fede, la filosofia colla teologia. I neoplatonici fiorentini presero, invece, le mosse dalla rinnovata sapienza antica ; cercarono, cioè,
   (1) Ch. Jourdain. loc cit.
   (2) Epistol. lib. I. ICS; citata dal Galeotti, Saggio intorno alla vita e agli scritti di Marsilio Ficino : Archivio storico italiano, nuova serie, tomi IX eX.
   (3) V. Cap. III. § 2. pag. 143 e seg.