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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   286 IL RISOiìGIMENTO.
   Saracino re Erminione chiede il battesimo a Carlo Magno dopo aver assistito ad un prodigio eh' era 1' effetto della magia di Malagigi. — Egli è che la religione non è per il Pulci più sera cosa della cavalleria, epperò quando nel Morgante essa non vien trattata con piglio ironico ed indifferente, apparisce come vuota forma, come una meccanica ripetizione di parole prive di sentimento. Tale e 1' effetto che fanno le divote stanze con cui cominciano tutti i canti del Morgante. L'uso invalso tra i cantori popolari volea cosi, e il Pulci vi s'acconciò, cominciando anche lui o colle parole dell' Evangelio, o col Gloria, o col Magnificat o con una preghiera a Dio e ai santi. Ma a che queste divote invocazioni, se subito dopo egli prende a narrare con piglio burlesco le bizzarre imprese e le licenziose avventure dei suoi personaggi, o a ridere a spese del cristianesimo, dei suoi dogmi, dei teologi, dei preti % È uno strano accozzamento dove il sacro viene alla fine disperso dal profano e dal burlesco. Il canto dov' è la professione di fede di Margutte comincia con u\\ Magnifica. Signor, Vanima mia ; il divoto prologo del canto primo, la conversione di Morgante e le prediche d'Orlando e deli' abate del monastero sono seguiti da una scena dove si fa la satira dell'ingordigia di certi frati che mangiano a scoppia corpo un cinghiale arrosto, e ne scuffiano fino l'ossa così:
   Che parien de l'acqua usciti, Tento che il can se ne dolea e il gatto Che gli ossi rimanean troppo puliti.
   Lo spirito che colle sue tendenze alla realtà uccideva col riso il mondo della cavalleria, e che insieme dissolveva il Medio Evo in tutte le sue forme è rappresentato in Astarotte, la concezione più originale e meglio attuata del Morgante. — Poiché Malagigi vede Carlo Magno caduto nelle reti di Gano, a render pei cavalieri cristiani meno tristi le conseguenze della battaglia, egli vorrebbe che almeno Rinaldo e i fratelli di Rinaldo vaganti per 1'Egitto, facessero di là ritorno per trovarsi a Roncisvalle nel dì fatale della battaglia. A quest' affetto scongiura uno spirito infernale, chiamato Astarotte, e gl'ingiunge di volar subito n Egitto, d'entrare nel cavallo di Rinaldo e di far sì che questo paladino in tre giorni si trovi in Ispagna. È così che il demonio fa la sua apparizione fra gli eroi del Morgante. Ma è un demonio a cui le tendenze del secolo XV hanno fatto subire una singolare trasformazione. Dante aveva trasformato in un loico il nero Cherubino che strappa l'anima di Guido da Montefeltro a San Francesco (1); il Pulci fa del suo Asta-rotte un diavolo che pensa e parla come un uomo culto dei tempi di Lorenzo il Magnifico. — Malagigi, innanzi che Astarotte parta per trovar Rinaldo, gli chiede se Orlando sarà tradito in Roncisvalle, e che cosa Gano abbia stabilito con re Marsilio in Saragozza.
   « A giudicare è scuro, gli risponde il diavolo,
   S'io non pensassi tutta questa notte; E non sarebbe il giudizio sicuro : Chè le strade del ciel son per noi rotte. Noi veggiamo come astrologi il futuro Come tra voi molte persone dotte.
   Io, continua Astarotte, ti posso bensì parlare di ciò che è stato per lo antecedente ; ma c'è un solo, un Primo Onnipotente che vede il futuro, il preterito ed il presente come in uno specchio :
   Colui che tutto fè, fa il tutto solo, E non sa ogni cosa il suo figliuolo.
   (1) Inferno, C. XXVII.